Il discorso sulla bellezza che Peppino Impastato non ha mai pronunciato

 

Tra i tanti aspetti collaterali del pessimo utilizzo del web, vi è quello – piuttosto frequente – della diffusione a macchia d’olio di citazioni erroneamente attribuite all’uno o all’altro autore.  Jim Morrison, Oscar Wilde, Nelson Mandela: l’elenco delle “vittime” eccellenti è decisamente lungo e, complici i social network e assenza di fact checking, risulta complicato se non impossibile tamponare la condivisione e la circolazione del diabolico meccanismo.

Un caso particolare di quanto detto poco sopra è quello che ricorre ogni 5 gennaio e 9 maggio, rispettivamente l’anniversario della nascita e dell’omicidio di Giuseppe Impastato, meglio noto come “Peppino”, militante comunista, giornalista, poeta e molto altro. Impastato fu ucciso a Cinisi nel maggio del 1978, dietro ordine del boss Gaetano Badalamenti, uno dei massimi esponenti di Cosa Nostra all’epoca dei fatti. Le condanne arriveranno tardi, circa 25 anni più tardi.

Fatto sta che in occasione di ciascuno degli anniversari menzionati, il ricordo di Peppino viene prepotentemente veicolato dai più attraverso l’ormai noto discorso sulla bellezza:

PEPPINO: Sai cosa penso?
SALVO : Cosa?
PEPPINO: Che questa pista in fondo non è brutta. Anzi
SALVO [ride]: Ma che dici?!
PEPPINO: Vista così, dall’alto … [guardandosi intorno sale qua e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre … che è ancora più forte dell’uomo. Invece non è così. .. in fondo le cose, anche le peggiori, una volta fatte … poi trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere! Fanno ‘ste case schifose, con le finestre di alluminio, i balconcini … mI segui?
SALVO: Ti sto seguendo
PEPPINO:… Senza intonaco, i muri di mattoni vivi … la gente ci va ad abitare, ci mette le tendine, i gerani, la biancheria appesa, la televisione … e dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste … nessuno si ricorda più di com’era prima. Non ci vuole niente a distruggerla la bellezza …
SALVO: E allora?
PEPPINO: E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte ‘ste fesserie … bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla. Capisci?
SALVO: ( perplesso) La bellezza…
PEPPINO: Sì, la bellezza. È importante la bellezza. Da quella scende giù tutto il resto.
SALVO: Oh, ti sei innamorato anche tu, come tuo fratello?
A conclusione del dialogo:
PEPPINO: Io la invidio questa normalità. Io non ci riuscirei ad essere così…

 

Si tratta di un discorso effettivamente ben costruito, pronunciato dall’attore Luigi Lo Cascio (che interpreta appunto Peppino) nel fortunato film di Marco Tullio Giordana – I Cento Passi – pellicola il cui merito è stato senz’altro quello di aver fatto conoscere la storia dell’attivista siciliano a una buona parte di italiani – all’epoca me compreso – che ne erano all’oscuro.

Il punto è che quella conversazione non è mai avvenuta. Come osserva lo stesso Salvo Vitale, suo storico compagno di lotta (il “rossino” del film), non fu altro che una scelta dei tre sceneggiatori del film – Claudio Fava, Marco Tullio Giordana e Monica Zapelli – i quali decisero di mettere in bocca a Peppino una considerazione che ben si collocava nel contesto cinematografico.

Che importa? Si attribuisce a Peppino un pensiero bello, positivo. Si pensasse ai veri problemi, piuttosto!  Questo si potrebbe obbiettare, banalmente. Ma attribuire (erroneamente) un pensiero ad una determinata persona non è mai questione banale, soprattutto quando si finisce per travisarne radicalmente il messaggio, la sua storia e la sua stessa memoria. Molti se ne dimenticano, ma Peppino Impastato era un comunista (eh sì, brutta razza). E questo che c’entra, direte voi? C’entra, nei seguenti termini:

 

“ E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte ‘ste fesserie … bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla. Capisci?”

In questo passaggio Peppino, anzi, chi parla per lui, pone un problema di fondo, ovvero quello del primato della bellezza sulla politica e sulla lotta di classe. Era questo il suo pensiero? Non credo. Per dei marxisti ortodossi come lo eravamo, lo strumento fondamentale che muove la storia è l’economia con le sue spietate leggi, la struttura, rispetto alla quale le altre cose, a cominciare dalla bellezza, dalla morale, dalle leggi, dalla religione, dalla cultura, sono sovrastrutture, cioè conseguenze, spesso inevitabili, della struttura di fondo. Il conseguimento di una dimensione compiuta dell’uomo è la inevitabile conseguenza di un momento di rottura degli equilibri del sistema, la lotta di classe, la mitica rivoluzione. Dopo, all’interno di una palingenesi dell’umanità, di una nuova fase senza disuguaglianze, all’interno di una società “in comune”, cioè comunista, si potranno leggere sullo sfondo dimensioni di bellezza e di serenità. Anticipare la fruizione della bellezza all’interno di un sistema brutale, come quello capitalistico, significa avallare strategie e strumenti che tendono a giustificarlo, a legittimarlo, a salvarlo. Non si tratta, quindi, di “fesserie”.

Salvo Vitale

 

Ecco allora che si comprende come non si tratti semplicemente di “diffondere” una citazione, sia pure con le migliori intenzioni, ma del dovere di tutelare la memoria e la storia di Peppino Impastato, in ogni suo aspetto. Chi si prende carico di questa responsabilità dovrebbe farlo per primo, senza paura di riconoscere Peppino per ciò che realmente è stato.

Antimafia sociale in Emilia-Romagna: una breve intervista

Qualche settimana fa, Davide e Marco mi hanno chiesto di rispondere a qualche domanda per Citizen Rimini. Oggetto della piacevole chiacchierata è stato il racconto della nostra modesta esperienza di antimafia sociale, dai primi campi sui terreni confiscati a Corleone all’attività portata avanti in Romagna con il Gruppo Antimafia Pio La Torre, dal 2008 ad oggi. Molto è stato fatto – soprattutto in anni in cui di mafie al Nord proprio non se ne parlava – ma tanto altro resta ancora da fare. Buona visione!

Prevenzione corruzione: pubblicata la scheda per la relazione annuale

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L’ANAC ha pubblicato la scheda che i Responsabili della prevenzione della corruzione sono tenuti a compilare per la predisposizione della relazione prevista all’art. 1, comma 14, della legge n. 190/2012 sull’efficacia delle misure di prevenzione definite nei Piani triennali di prevenzione della corruzione.
La Relazione dovrà essere pubblicata esclusivamente sul sito istituzionale di ogni ente, entro il 15 gennaio 2016, nella sezione “Amministrazione trasparente”, sottosezione “Altri contenuti-Corruzione”.

Rispetto alla scheda pubblicata nel 2014, l’Autorità ha apportato alcune modifiche, che tengono conto dell’Aggiornamento al PNA, approvato dall’A.NA.C. con determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015.
La struttura del documento è rimasta sostanzialmente invariata; sono state effettuate alcune semplificazioni nel foglio n. 3, riguardante le misure anticorruzione, al fine di agevolare i Responsabili per la prevenzione della corruzione nei propri adempimenti.

La scheda è rivolta anche alle società, agli enti di diritto privato in controllo pubblico e agli enti pubblici economici che la utilizzano, per quanto compatibile, con riferimento alle misure anticorruzione adottate in base al PNA 2013 e alle Linee Guida ANAC di cui alla determinazione n. 8 del 17 giugno 2015, secondo quanto previsto dalle disposizioni transitorie (paragrafo 6).

Anticorpi: presentazione mappature mafie in Emilia-Romagna

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Oggi (rectius, ieri) è iniziato Anticorpi, una tre giorni di incontri e appuntamenti per affrontare il tema delle mafie e della cultura della legalità, promossa dall’Osservatorio provinciale di Rimini sulla criminalità organizzata e avente luogo in tre comuni della riviera: Cattolica, Bellaria e la stessa Rimini.

Questa sera – venerdì 11 dicembre – a Cattolica si parlerà di mafie al Nord:  interverranno innanzitutto i giornalisti Sabrina Pignedoli e Matteo Marini, rispettivamente autori di “Aemilia” e “Nuova gestione”, assieme all’assessore regionale Massimo Mezzetti; inoltre, la serata sarà l’occasione per la prima presentazione ufficiale (dopo il lancio avvenuto nei mesi precedenti) della mappatura delle mafie in Emilia-Romagna, a cura dell’Osservatorio provinciale e del Gruppo Antimafia Pio La Torre. Sarò presente ed il mio contribuito sarà dedicato proprio alla presentazione dell’attività di ricerca, alla quale ho partecipato.

Prevenzione e contrasto alle mafie significa anche e soprattutto paziente e capillare analisi e studio del fenomeno da parte della società civile. Troppo spesso ci si abbandona a facili slogan sulle mafie (“tutto è mafia”, “sono tutti collusi”), rinunciando al fondamentale ruolo di presidio nell’avanzata della stessa criminalità organizzata. Nella speranza che questo modesto contributo di conoscenza possa essere almeno in parte utile, chi volesse consultare il dossier può trovarlo a questo link.

 

Tangentopoli sammarinese: arrestato anche Gabriele Gatti, leader DC

Gabriele Gatti, esponente di punta della DC sammarinese

Gabriele Gatti, esponente di punta della DC sammarinese, arrestato stamane all’alba

E’ stato arrestato stamane all’alba e portato al carcere dei “Cappuccini”. Gabriele Gatti, uomo di punta della DC sammarinese, ad eccezione degli altri big Stolfi e Podeschi era rimasto finora indenne dalla maxi-indagine “Conto Mazzini”, il cui processo inizierà dopodomani. Due anni e mezzo fa il nome di Gatti compariva in numerosi passaggi della prima relazione della Commissione consigliare antimafia, non solo per vicende corruttive, ma anche per i suoi presunti rapporti con boss di camorra come Francesco Vallefuoco.

Ecco cosa scrive oggi Repubblica.it sull’arresto di Gatti:

SAN MARINO – È stato arrestato Gabriele Gatti, leader negli ultimi 30 anni della Democrazia cristiana sammarinese (partito attualmente di maggioranza nel Governo del Titano) nonché ministro degli Esteri per diversi mandati, per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, voto di scambio e riciclaggio di tangenti.

Secondo le accuse mosse dal commissario della legge Alberto Buriani, che ha coordinato le indagini, Gatti avrebbe tenuto una condotta illecita a partire dal 1999 fino a tutto il 2015. Due i motivi che hanno prodotto l’arresto e la detenzione preventiva in carcere: inquinamento delle prove e reiterazione del reato di riciclaggio.

Tra gli episodi contestati la speculazione da 60 miliardi di vecchie lire dei Tavolucci, la zona dove anni fa fu costruito il centro servizi in cui tra gli altri uffici ha trovato sede il Tribunale Unico di San Marino. E poi la vendita delle licenze bancarie e operazioni di riciclaggio. Per gli investigatori Gatti era “in affari” politici con il gruppo dei democristiani tra cui l’ex ministro Claudio Podeschi, arrestato con la compagna, per accuse simili l’anno scorso.

Tra gli ultimi episodi contestati a Gatti nel 2015 proprio la falsificazione di prove false a discredito dei magistrati che stavano indagando sul suo conto nella maxi inchiesta conosciuta come la Tangentopoli del Titano e partita dal “conto Mazzini”. Vi sarebbero infatti depositate in tribunale alcune registrazioni, una ricevuta dai magistrati in forma anonima ma vagliata e ritenuta attendibile, in cui si parla di come gettare discredito su magistrati e indagine, e costruire prove.

Due appuntamenti per il weekend: consiglio comunale sulle mafie a Santarcangelo e al bene confiscato di Forlì

Per chi fosse interessato e ne avesse la possibilità, segnalo due appuntamenti interessanti a cui prenderò parte tra oggi e domenica, entrambi in Romagna.

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Il primo è il consiglio comunale su legalità e antimafia, convocato a Santarcangelo di Romagna per stasera venerdì 2 ottobre, a seguito dell’inchiesta sulla lottizzazione pubblicata a giugno e della Commissione consiliare indetta per discutere della vicenda. Assieme a me in qualità di vice-presidente del Gruppo Antimafia Pio La Torre, interverranno Gaia Trunfio (coordinatrice Libera Rimini), Giulia Sarti (deputato M5S, commissione giustizia e antimafia), Paolo Giovagnoli (Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Rimini) e Daniele Paci (Pubblico Ministero presso la Procura di Palermo).

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Domenica 4 ottobre, invece, sono stato invitato ad intervenire in occasione della giornata di presentazione delle attività presso il bene confiscato (ed ora riutilizzato) di Forlì “Ex Limonetti”. In particolare, interverrò sul tema dei reati finanziari e delle mafie in Emilia-Romagna nell’ambito della pedalata itinerante per le vie cittadine, fino al podere confiscato. I posti sono limitati, per chi fosse interessato occorre prenotarsi al numero indicato nelle informazioni.

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Nella speranza di vedervi, tra oggi e domenica