Le ferite ancora aperte di Portella della Ginestra

 

Portella della Ginestra, Piana degli Albanesi

Portella della Ginestra, Piana degli Albanesi


Giorni di dolore, in Sicilia, tra aprile e maggio.

Ci si lascia alle spalle l’anniversario dell’omicidio di Pio La Torre e Rosario di Salvo, per entrare nel maggio delle commemorazioni per Giovanni Falcone. Poi l’estate, Chinnici, BorsellinoDalla Chiesa

Ma prima, ben prima degli omicidi eccellenti, la Sicilia pagava un tributo di sangue che ancora oggi chiede Giustizia. La strage di Portella della Ginestra

Piana degli Albanesi sarebbe dovuto essere un giorno di festa, quella dei lavoratori, il I maggio 1947. Un nome che affonda le radici lontano nel tempo, frutto di un antico insediamento di contadini di origine albanese in quella zona.

E’ pieno di bandiere rosse, duemila contadini, povera gente che non si piega – nonostante tutto –  al sopruso mafioso e  a quello dei padroni.  Sono gli anni del movimento contadino, la lotta contro il latifondismo e per l’applicazione dei Decreti Gullo sull’assegnazione delle terre incolte.

 

 

Mario Nicosia, sopravvissuto alla strage

Mario Nicosia, sopravvissuto alla strage

 

Ma Portella della Ginestra passerà suo malgrado alla Storia come la prima strage di Stato. La mano – armata – fu quella di Salvatore Giuliano e della sua banda, ma alle loro spalle è sempre presente più che il sospetto del delitto politico ordito dall’alto, allo scopo di fermare l’avanzata delle forze della sinistra in Italia e intimidire il movimento contadino siciliano.

Quel giorno morirono dodici persone, più di trenta vennero colpite dalle raffiche sparate dalla banda Giuliano. Ma le ferite, non solo quelle visibili sul corpo, sono ancora oggi maggiori e più profonde.  Ferite ancora aperte per una strage di innocenti in una giornata di festa.  Ferite che bruciano per una giustizia che ancora manca, a quasi settant’anni di distanza, per una strage senza mandanti.

Nei campi estivi a Corleone abbiamo avuto il piacere e l’onore di ascoltare in diverse occasioni i sopravvissuti della strage di Portella. Nelle parole di Mario Nicosia ritroviamo quelle ferite, ma non solo. C’è la forza tipica delle persone che nonostante tutto non si sono mai arrese.  E’ anche grazie a loro che ricuciremo poco a poco la Storia d’Italia. A partire da Portella della Ginestra.

Buona festa dei lavoratori, con uno sguardo indietro alla nostra Storia – per non dimenticare – e uno avanti per costruire lavoro ed uguaglianza.

 

Patrick Wild

Articolo pubblicato anche su www.gruppoantimafiapiolatorre.it