Cocoricò: il testo del provvedimento del Questore sulla chiusura della discoteca

Cocoricò

Div. III – Cat.11E – 2015 prot. n.3024/100TULPS/2015

VISTI gli atti d’Ufficio, da cui risulta che xxxxxx […], in qualità di amministratore unico e legale rappresentante della società “Mani Avanti S.r.l.” con sede legale a Riccione […], è titolare dell’autorizzazione n.586 rilasciata dal Sindaco di Riccione il 25/02/2015 per tenere in Riccione – via Chieti, 44 – pubblici trattenimenti danzanti nel pubblico esercizio (discoteca) ad insegna “Cocoricò” e che la somministrazione di alimenti e bevande, effettuata nel locale in favore degli avventori, è stata delegata dalla citata società al sig. XXXX [….], come da S.C.I.A. presentata al Comune di Riccione, a firma di quest’ultimo, il 25/03/2015;

VISTA la segnalazione n.48811/5-51 della Compagnia Carabinieri di Riccione, datata 24/07/2015, da cui si evince che nelle prime ore del mattino del 19/07/2015, al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Ceccarini” di Riccione, il minore Lamberto Lucaccioni, di anni 16 – poco prima trasportato al nosocomio in autoambulanza per un grave malessere fisico sopravvenutogli mentre stava ballando all’interno della suddetta discoteca – decedeva a seguito di “arresto cardiorespiratorio in abuso metilenediossimetanfetamina”;

VISTA l’ordinanza di misura coercitiva n. 4230/2015 R.G.N.R. emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini – Dott. Vinicio Cantarini – il 25/07/2015, nelle more del procedimento penale instauratosi per il gravissimo fatto sopra decritto, da cui emerge che la causa del decesso del giovane “veniva identificata nell’abuso di sostanza stupefacente di tipo MDMA” (pag. 1), che il medesimo, per quanto è risultato dalle indagini svolte dai Carabinieri di Riccione e dalla Procura della Repubblica di Rimini, si era procurato in due distinte occasioni, la prima delle quali a Città di Castello (PG), ove abitava e l’altra all’interno del “Cocoricò” (pag. 3), da uno stesso fornitore che a sua volta, per soddisfare la richiesta del Lucaccioni, si era riapprovvigionato nella discoteca da uno sconosciuto spacciatore (pag. 3);

CONSIDERATO che, al di là del luogo e/o della persona presso la quale il minore Lamberto Lucaccioni possa essersi procurato la sostanza stupefacente che gli ha poi cagionato la morte, particolarmente significativa appare la circostanza che egli, pur essendosela procurata giorni prima, non l’abbia consumata subito per soddisfare un bisogno psicofisico tipico del tossicodipendente, bensì se la sia procurata per consumarla in un momento successivo, ovvero in uno “spazio emotivo” ben definito, perché nella sua concezione distorta di divertimento, il “Cocoricò” e le serate ivi organizzate rappresentavano il luogo “perfetto” ove assumerla. Paradigmatico di ciò, il fatto che l’abbia tenuta con sé per due giorni almeno, l’abbia trasportata dal luogo ove dimorava abitualmente al luogo ove si era temporaneamente trasferito in vacanza (Pinarella di Cervia) e da lì, ancora, l’abbia nuovamente conservata fino alla serata del 18/07/2015 e quindi quel giorno l’abbia trasportata definitivamente a Riccione, dove poi l’ha assunta proprio per predisporsi psicofisicamente a trascorrere in maniera per lui “appropriata” l’agognata serata al “Cocoricò”. Se dunque Lamberto Lucaccioni, sulla base dei dati allo stato disponibili, può ora definirsi consumatore (anche meramente occasionale) di stupefacenti “a scopo ricreativo”, è emblematico che egli, in quanto tale, abbia scelto non solo il tipo di droga da assumere (ovvero MDMA, una c.d. “club drug”, nota anche come ecstasy) ed il momento preciso in cui assumerla, ma che abbia ritenuto che, nell’intero circondario della località ove si trovava in vacanza, il luogo “giusto” doveva essere il “Cocoricò”;

RILEVATO che dalla segnalazione dei Carabinieri di Riccione emerge che un fatto analogo si era già verificato il 2 gennaio 2014, quando un giovane napoletano di 32 anni fu trovato cadavere dai carabinieri nella stanza di un albergo di Miramare (RN), ove lo stesso aveva preso temporaneamente alloggio con una nutrita comitiva di amici.

Le indagini dell’Arma, infatti, hanno permesso di attribuire la morte del ragazzo ad arresto cardiocircolatorio, che è risultato essere stato provocato dall’abuso di una mistura letale di alcool e droga, che il malcapitato aveva ingerito durante la serata precedente, trascorsa con gli amici nel locale in premessa.

RILEVATO altresì che la stessa ordinanza di misura coercitiva n. 4230/2015 R.G.N.R. emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini rievoca un ulteriore episodio (pagg. 4 e 5), peraltro oggetto di giudicato da parte dello stesso Ufficio-G.I.P. con sentenza ex art. 444 c.p.p. del 08/07/2014, a seguito del quale un altro soggetto è stato condannato per avere ceduto droga ed in tal modo procurato lesioni personali ad una ragazza, in data 20/07/2013, “all’interno dello stesso locale, dove la giovane entrò in stato comatoso subito dopo l’assunzione. La circostanza che desta preoccupazione (commenta il G.I.P. nella richiamata ordinanza) è che anche in tale occasione i protagonisti (diretti/indiretti) della vicenda risultano essere ragazzi che svolgevano funzioni di PR o che collaboravano con questi … omissis… per la discoteca COCORICÒ”;

Accadimenti simili, anche se taluni con epiloghi differenti, dalla citata informativa dei Carabinieri ed in questi atti, risultano essersi già verificati in quel luogo in un passato anche recente, e precisamente:

  • il 20/12/2004, quando un giovane avventore di diciannove anni, sentitosi male all’interno della discoteca per abuso di metanfetamine, morì nonostante i ripetuti tentativi di rianimazione compiuti dal personale del servizio “118” e del Pronto Soccorso di Riccione, ove era stato immediatamente trasportato;
  • il 27/11/2011, quando un giovane frequentatore accusò un malessere mentre ballava nella discoteca in premessa e, una volta trasportato d’urgenza all’Ospedale di Riccione, gli fu riscontrata una grave intossicazione da sostanze stupefacenti di varia natura – anfetamine, metanfetamine, benzodiazepine, cocaina e cannabinoidi – che rese necessario il suo ricovero nel reparto di rianimazione, in quanto in grave pericolo di vita, tant’è vero che gli dovettero poi praticare un trapianto di fegato;
  • il 03/08/2012, quando un giovane avventore (ventenne) fu colto da malore mentre si trovava all’interno del locale in questione; dopo essere stato soccorso e trasportato presso l’Ospedale di Riccione, i medici stabilirono che le cause del malessere erano da attribuire ad abuso di metanfetamine;
  • il 26/08/2012, quando una coppia di giovani frequentatori, sentitasi male mentre stava ballando nella suddetta discoteca, venne fatta trasportare presso il vicino ospedale di Riccione. La ragazza (ventenne), giudicata in grave pericolo di vita, venne trasferita all’Ospedale di Rimini con diagnosi di “stato comatoso con presenza di consolidamenti polmonari di origine ioatragena in intossicazione acuta da stupefacenti”, mentre al ragazzo (ventinovenne) venne diagnosticata un’overdose da stupefacenti. Le indagini condotte nell’immediatezza da parte dei carabinieri di Riccione, portarono a concludere che i due avevano assunto una pericolosa miscela di alcool e sostanze stupefacenti, quest’ultime reperite nella stessa discoteca al pari degli alcolici ed immediatamente ingerite;
  • il 04/08/2013, quando per un altro giovane avventore (ventenne) si rese necessario il ricorso al soccorso sanitario d’urgenza, in quanto sentitosi male mentre si trovava nel parcheggio antistante il “Cocoricò”. Anche per esso, la diagnosi dei medici fu “poliabuso di sostanze” , tant’è vero che i militari rinvennero nella sua disponibilità ulteriore sostanza stupefacente e per tale motivo lo segnalarono al Prefetto per la violazione dell’art. 75 del DPR 309/90;
  • l’01/12/2013, quando all’ospedale di Riccione fu trasportato d’urgenza un ulteriore frequentatore anconetano del locale (ventunenne), crollato all’interno del locale privo di conoscenza, in preda ad un forte stato d’agitazione con alitosi alcolica ed allucinazioni visive. Le ammissioni del giovane e gli immediati accertamenti compiuti dai carabinieri di Riccione portarono, anche in quel caso, a stabilire che egli aveva assunto alcool e MDMA mentre si trovava nella discoteca in esame, dove aveva trascorso la serata con propri amici. Il giovane, rispresosi a seguito delle cure prestategli, fu poi dimesso con diagnosi “abuso etilico e sostanze psicotrope”.

RILEVATO che in data 28 luglio 2015 a pag. 6 del QN “Il Resto del Carlino” è stato pubblicato un articolo di stampa dal quale si apprendeva di un ragazzo minorenne ricoverato presso un ospedale di Bergamo per aver assunto una dose di MDMA, che gli aveva provocato una grave intossicazione al fegato per la quale necessita di un trapianto dello stesso organo. Nella circostanza la madre del minore affermava di aver appreso dal figlio che aveva assunto la droga presso la discoteca “cocoricò” di Riccione. A seguito di immediate indagini esperite dalla Squadra Mobile di Como, su richiesta della Questura di Rimini, si appurava che il minore, in realtà, aveva assunto la dose di MDMA a una festa tenutasi a Torino, con ciò creandosi una forma di “giustificazione” anche nei confronti dei genitori, considerando i noti eventi ripetitivi e anologhi avvenuti nel corso degli anni presso la discoteca “Cocoricò”, lasciando credere alla genitrice, la presunta veridicità di quanto affermato dal figlio, proprio per la diffusa percezione in ambito nazionale, di ciò che accade presso la suddetta discoteca.

VISTI gli atti d’Ufficio, da cui risulta che in passato si è reiteratamente reso necessario sospendere la licenza del locale in premessa, essendosi ciclicamente riproposte le condizioni per l’adozione del provvedimento di cui all’art.100 T.U.L.P.S., oltre che per i fatti sopra esposti, anche a causa della recidivanza del fenomeno di spaccio e di consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope all’interno o nelle pertinenze della discoteca stessa, nonché per la continua commissione di reati predatori posti in essere, anche con inaudita violenza, dai suoi frequentatori – assioma testimoniato, oltre che dal grave nocumento alla sicurezza ed alla salute dei giovani avventori, anche dal continuo ripetersi delle condotte illecite accertate e dagli atti giudiziari o amministrativi che le hanno documentate e che sono stati posti a fondamento dei provvedimenti stessi (si citano la sospensione della licenza per giorni 60, ex art.100 T.U.L.P.S., con decreto del Questore di Forlì datato 02/08/1994; la sospensione della licenza per giorni 20, ex art.100 T.U.L.P.S., con decreto del Questore di Rimini datato 09/12/1999; la sospensione della licenza per giorni 8, ex art.100 T.U.L.P.S., con decreto del Questore di Rimini del 24/09/2004; la sospensione della licenza per giorni 15, ex art.100 T.U.L.P.S., con decreto del Questore di Rimini del 23/12/2004; la sospensione della licenza per giorni 7, ex art.100 T.U.L.P.S., con decreto del Questore di Rimini del 15/08/2008; la sospensione della licenza per giorni 15, ex art.100 T.U.L.P.S., con decreto del Questore di Rimini del 02/12/2011 e la sospensione della licenza per giorni 21, ex art.100 T.U.L.P.S., con decreto del Questore di Rimini del 24/08/2013).

RILEVATO inoltre che in data 30/08/2012, con provvedimento adottato congiuntamente dal Questore e dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Rimini, uno dei precedenti gestori del locale era stato diffidato ad attenersi a delle particolari prescrizioni a tutela della sicurezza delle manifestazioni e degli intrattenimenti organizzati nella discoteca, proprio a seguito del continuo verificarsi di taluni episodi pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza pubblica ed in particolare per la sicurezza degli avventori, con peculiare riferimento allo spaccio di stupefacenti o sostanze psicotrope e quindi, all’abituale – se non addirittura costante – ritrovo in quel luogo di persone pericolose.

PRESO ATTO tuttavia, che la Compagnia Carabinieri di Riccione, nella cui circoscrizione la discoteca medesima ha la propria sede, ha nuovamente ribadito (con la segnalazione n.48811/5-51 del 24/07/2015) che il rapporto di fattiva collaborazione instauratosi nel tempo tra il Comando, i gerenti ed il personale addetto alla sicurezza del locale, è via via scemato, proprio a seguito delle proposte di chiusura del medesimo formulate dal Comando stesso al Questore di Rimini. Peraltro, lo stesso Comando, già a partire dal mese di marzo 2014 (nota n.48811/5-43 “P” di protocollo del 03/03/2014, pag.9) – aveva evidenziato che la politica di gestione del locale “è assolutamente mutata… con una radicale sospensione dell’atteggiamento collaborativo verso le Forze dell’Ordine ed i CC di Riccione in particolare. Ciò è documentabile da una lunga serie di precedenti arresti eseguiti su segnalazione degli addetti alla sicurezza del locale che, da quella data in poi (n.d.r.: dal 24/08/2013, data di adozione di un provvedimento ex art.100 TULPS da parte del Questore di Rimini, su segnalazione degli stessi Carabinieri) sono drasticamente calati, limitando le richieste di intervento dei carabinieri prevalentemente per circostanze inevitabili.

RILEVATO oltretutto che, come si evince dal documento di sintesi datato 20 luglio 2015 predisposto dall’AUSL della Romagna – U.O.C. Emergenza Territoriale della Provincia di Ravenna -, dal 01/01/2014 al 20/07/2015, alla centrale operativa “118 di Area Vasta Romagna” risultano pervenute quattordici richieste di soccorso verso la discoteca in questione – prevalentemente rivolte a ragazzi in stato confusionale per esotossicosi alcolica o per poliabuso di sostanze psicoattive, ovvero ancora per conseguenze traumatiche e lesioni personali cagionate loro da terzi con atti di violenza – a tre delle quali è stato assegnato il codice di criticità “rosso”, mentre ad altri tre (di cui due per i fatti citati) quello “giallo”;

RILEVATO anche che, come documentato dalla Polizia Municipale di Riccione con la nota prot. n.31180/15 del 28 luglio 2015 e con i relativi atti allegati, presso la discoteca “Cocoricò”, risulta essere stato attivato, a richiesta dei gestori del locale, anche un presidio di soccorso sanitario, garantito dalla Società “Croce Azzurra S.r.l.” con sede legale a Riccione, operativo dall’anno 2013, specialmente nel fine settimana o soltanto durante taluni eventi che ivi vengono organizzati e normalmente dalle ore 00:00 alle ore 05:00. Tale presidio, composto da un tecnico d’emergenza e da un infermiere professionale con autoambulanza – come peraltro confermato dall’amministratore delegato della cennata società -, risulta intervenire sia all’interno che all’esterno della discoteca, indifferentemente a richiesta del personale addetto alla sicurezza del locale, ovvero dei suoi stessi frequentatori e svolgere un servizio autonomo e parallelo rispetto a quello pubblico reso dal “118”.

Detto servizio, pur non avendo predisposto un sistema di tracciamento univoco delle prestazioni erogate e/o delle generalità o dell’età delle persone nei cui confronti vengono rivolte, risulta avere comunque documentato, per l’anno 2014, l’esecuzione di ulteriori quattordici interventi che hanno richiesto il trasporto del paziente al vicino ospedale di Riccione, quasi tutti per abuso etilico, traumi o lesioni personali derivanti da opera di terzi;

CONSIDERATO che il Sindaco di Riccione, nell’ultimo biennio, risulta avere adottato nei confronti dei gestori del locale in esame i seguenti provvedimenti autoritativi:

  1. prot. n. 40 del 12/04/2013: sospensione della licenza di trattenimenti danzanti per giorni uno, decisa a seguito dell’accertamento compiuto in data 01/04/2013 dalla Polizia Municipale di quel Comune, circa la trasgressione della prescrizione del Sindaco di chiudere il locale e cessare i trattenimenti al pubblico all’orario stabilito. Nel provvedimento si legge che il gestore del locale, alle ore 10:00 di quel giorno, non aveva ancora chiuso la discoteca nonostante la citata prescrizione gli imponesse di farlo alle ore 05:00 e che la Polizia Municipale, all’atto dell’accertamento, rilevava “la presenza di molteplici ragazzi che, alterati da alcol e droghe, si intrattenevano all’esterno del locale…”;
  2. prot. n.43 del 12/05/2014: diffida, per avere organizzato nella discoteca, in data 22/23 febbraio 2014 “spettacoli teatrali” contrari al buon costume, cui hanno potuto assistere avventori minorenni (ammessi in sala nonostante l’espresso divieto contenuto nella licenza), realizzati mediante l’esibizione di figuranti/artisti completamente nudi, collocati a coppie ai lati di alcuni portali, attraverso i quali i frequentatori erano costretti a passare per poter accedere in sala e senza poter evitare di strisciare sul corpo dei figuranti/artisti stessi;
  3. prot. n.123 del 12/08/2014: diffida, per avere nuovamente organizzato nella discoteca, in data 22/04/2014 i medesimi “spettacoli teatrali” osceni di cui al punto precedente;
  4. prot. n.35728 del 10/09/2014: sospensione della licenza di trattenimenti danzanti per giorni due, decisa a seguito dell’accertamento compiuto in data 07/09/2014 dai Carabinieri di Riccione, circa la trasgressione della prescrizione del Sindaco di chiudere il locale e cessare i trattenimenti al pubblico all’orario stabilito. Nel provvedimento si legge che il gestore del locale, alle ore 05:30 di quel giorno, non aveva ancora interrotto i trattenimenti musicali e danzanti, nonostante la citata prescrizione gli imponesse di farlo alle ore 05:00;
  5. prot. n.72 del 29/05/2015: sospensione della licenza di trattenimenti danzanti per giorni uno, decisa a seguito dell’ulteriore accertamento compiuto in data 26/04/2015, alle ore 06:35, dai Carabinieri di Riccione, relativo ad un’altra trasgressione della prescrizione del Sindaco di chiudere il locale e cessare i trattenimenti al pubblico all’orario stabilito;

RILEVATO che, nonostante il dispositivo di sicurezza posto in essere dai gestori della discoteca e l’innegabile rapporto di fattiva collaborazione instauratosi tra essi, gli addetti alla sicurezza e le varie FF.OO. – attuato anche e specialmente in occasione di particolari eventi che hanno richiamato in passato e richiamano ancora oggi una moltitudine di giovani e per i quali sono stati posti in essere interventi mirati per evitare il verificarsi di episodi pregiudizievoli per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica -, il fenomeno dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti e/o psicotrope all’interno o nelle pertinenze del locale in questione non è soltanto continuato, ma ha assunto nel tempo dimensioni allarmanti, con gravissimo nocumento all’ordine ed alla sicurezza pubblica, anche grazie al contemporaneo aumento di correlati fatti di violenza e/o microcriminalità che vedono protagonisti diretti e/o indiretti i giovani avventori.

Infatti, oltre ai gravissimi episodi sopra enunciati, l’attività di contrasto compiuta in quel luogo da personale dei Carabinieri di Riccione a partire dall’ultimo provvedimento di sospensione della licenza del locale ex art.100 T.U.L.P.S. adottato, ha fatto registrare i seguenti risultati:

  • nella nottata tra il 31/10 e l’01/11/2013 venivano arrestati due cittadini marocchini di 19 e 24 anni, resisi responsabili di rapina aggravata nei confronti di un giovane frequentatore della discoteca e di porto abusivo di coltello.
    • Nel corso della stessa serata, nel parcheggio della discoteca, venivano altresì tratti in arresto:
      • un ventottenne trentino, trovato in possesso di varie dosi di sostanza stupefacente da destinare allo spaccio nel locale, consistenti complessivamente in g. 5.9 di cocaina e g. 4.4 di MDMA;
      • un ragazzo diciannovenne, che si trovava in fila per entrare nella discoteca, in quanto trovato in possesso di diverse qualità di sostanze stupefacenti, suddivise in dosi, da destinare allo spaccio all’interno del locale. Nell’occorso gli venivano sequestrati tre “spinelli” preparati con marijuana, g. 1.33 di MDMA suddivisi in n.3 dosi singole e g. 5.8 di marijuana, anch’essa suddivisa in dosi;
      • Nello stesso frangente, un marocchino di 20 anni ed un tunisino di 19 venivano segnalati al Prefetto quali consumatori di sostanze stupefacenti, che venivano loro sequestrate, rispettivamente, nella misura di g. 0.2 di MDMA e g. 2.0 di hashish;
  • il 24/11/2013, un giovane bolognese veniva sorpreso all’interno del locale con un coltello a serramanico con una lama da 9 cm. e successivamente denunciato in stato di libertà per il porto ingiustificato di tale strumento. Lo stesso, essendo stata trovata nella sua disponibilità della cocaina per uso personale, veniva segnalato al Prefetto quale tossicodipendente;
  • il 02/02/2014, alle ore 04:00 circa, veniva arrestato un giovane marocchino che aveva tentato di spendere una banconota falsa da € 50,00, per pagare il corrispettivo dell’ingresso alla discoteca. Il giovane, all’esito della successiva perquisizione, veniva trovato in possesso di un’ulteriore ed identica banconota fasulla, che deteneva nel portafogli;
  • il 06/04/2014, verso le h. 04:00, un giovane albanese, dopo un’accesa lite con una propria coetanea, occorsa mentre i due erano in fila per entrare al “Cocoricò”, veniva allontanato dal personale addetto alla sicurezza degli eventi. Evidentemente contrariato per la cosa, il giovane albanese prelevava dalla propria autovettura un pesante utensile, col quale si avventava sui citati addetti, colpendoli ripetutamente alla testa e procurando loro lesioni personali. Il ragazzo, nell’immediatezza, veniva denunciato dai carabinieri per il porto ingiustificato del citato strumento;
  • il 20/04/2014 un ventisettenne italiano pregiudicato veniva tratto in arresto in quanto trovato in prossimità dell’ingresso della discoteca in possesso di g. 25 di anfetamina suddivisa in n. 19 dosi da destinare allo spaccio in favore dei giovani avventori;
    • nel corso della stessa nottata, veniva altresì arrestato un uomo pregiudicato di 32 anni il quale, avvicinati due giovani clienti della discoteca che si stavano allontanando in bicicletta dalla stessa, uno dei quali minorenne, usava loro violenza sessuale;
  • il 24/04/2014 veniva arrestato un diciottenne ferrarese che, all’interno della discoteca, veniva sorpreso in possesso di g. 9.0 di ketamina suddivisa in n. 9 dosi, da destinare allo spaccio in favore dei giovani avventori;
  • il 30/04/2014 venivano arrestati due giovani:
    • un italiano pregiudicato, classe 1990, trovato in possesso di g. 1.30 di ketamina, g. 3.15 di cocaina e g. 1.65 di hashish, tutti suddivisi in dosi e pronte da spacciare;
    • ed uno studente albanese, classe 1995, che aveva in disponibilità g. 4.55 di cocaina frazionata in dosi da destinare alla cessione ai giovani avventori della discoteca;
      • nella stessa nottata venivano arrestati due studenti minorenni che, nell’area propspiciente il locale, si erano appena resi responsabili di rapina aggravata nei confronti di due giovani frequentatori, sottraendo loro, sotto la minaccia di un coltello, un telefono cellulare e del denaro contante. I due malfattori venivano trovati in possesso, oltreché del coltello e della refurtiva, anche di g. 0.38 di hashish e g. 0.42 di MDMA;
  • il 10/05/2014, nel parcheggio della discoteca, due donne (una 35enne romana ed una 36enne pesarese) venivano arrestate poiché trovate in possesso di g. 11.36 di cocaina, g. 21.77 di MDMA, che detenevano suddivise in dosi già pronte da smerciare all’interno della discoteca. La successiva perquisizione domiciliare eseguita nei loro confronti, permetteva ai carabinieri di sequestrare ulteriori g. 31.16 di MDMA e g. 1.21 di hashish, anche questi già frazionati in dosi singole da destinare allo spaccio, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente.
    • Nel corso della stessa serata è stato arrestato un ventenne tunisino sorpreso a rubare, unitamente ad un complice rimasto ignoto, telefoni cellulari agli avventori mentre ballavano. Nell’occorso venivano recuperati tre smartphone appena trafugati a due ragazze;
  • il 05/07/2014 veniva arrestato un giovane albanese, classe 1992, trovato in possesso di g. 4.6 di sostanza stupefacente detta “speed”, suddivisa in n.8 dosi pronte per lo spaccio;
    • nel corso della medesima serata, veniva denunciato in stato di libertà un venticinquenne foggiano che, senza alcun motivo plausibile, rivolgeva frasi oltraggiose all’indirizzo dei carabinieri, a causa del servizio da essi prestato;
  • il 19/07/2014 veniva arrestato un venticinquenne milanese pregiudicato, trovato in possesso di g. 6 di MDMA suddiviso in n.30 dosi da destinare allo spaccio. Il medesimo è in quel frangente risultato altresì colpito da ordinanza di esecuzione per espiazione pena detentiva domiciliare, emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, in forza della quale doveva espiare la pena di un anno e sei mesi di reclusione, per reati commessi in precedenza;
  • il 27/07/2014, venivano arrestati tre ragazzi stranieri, resisi responsabili di quattro distinte rapine aggravate e continuate (oltre a ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti), commesse nel parcheggio antistante la discoteca ai danni di altri giovani avventori, anche con l’espediente di vendere loro sostanze stupefacenti, che poi i carabinieri trovavano effettivamente in loro possesso e sequestravano;
  • nella notte tra il 26 ed il 27/07/2014, nel corso di una perquisizione eseguita in un appartamento riccionese nella disponibilità della gestione del locale e da questa dato in uso ad alcuni giovani “P.Rs.” della discoteca, venivano sequestrate a quest’ultimi diverse dosi di sostanze stupefacenti detenute per uso personale. In particolare, ad un venticinquenne della provincia di Napoli veniva trovata marijuana per g. 1.17; un suo comprovinciale di 27 anni veniva trovato in possesso di tre dosi di hashish per complessivi g. 2.76 e due di marijuana per un totale di g. 0.93, mentre ad un terzo ragazzo di 26 anni, della provincia di Lodi, veniva trovata della cocaina per g. 0.2. Tutti e tre venivano segnalati al Prefetto in qualità di tossicodipendenti;
  • il 03/08/2014, all’interno della discoteca, venivano arrestati un ventenne aretino pregiudicato che, ai fini di spaccio, deteneva di g. 3,46 di MDMA e grammi 1.1 di marijuana (e che ammetteva di avere in precedenza, nella stessa sala, già spacciato tre dosi di MDMA che gli avevano fruttato 90 euro), nonché un ventenne albanese pregiudicato che, per le stesse finalità, deteneva g. 3.46 di cocaina ripartiti in sei dosi, g. 0.2 di ketamina suddivisi in due dosi e g. 0.75 di maijuana, tutte da destinare allo spaccio in favore dei giovani frequentatori del locale;
    • nello stesso contesto e nelle medesime circostanze, i carabinieri individuavano e denunciavano in stato di libertà un operaio diciannovenne torinese, trovato in possesso di g. 3.2 di MDMA, suddivisi in dosi singolarmente confezionate e detenute ai fini di spaccio;
  • il 09/08/2014, nei pressi della pista da ballo della discoteca, venivano arrestati due giovani, classe 1991 e classe 1985, colti in flagranza di spaccio e contestualmente trovati in possesso di g. 0.22 di marijuana, g. 12.58 di hashish, g. 0.26 di mdma e g. 2.12 di ketamina, tutti suddivisi in dosi pronte per lo spaccio;
    • quella stessa notte:
      • nel parcheggio della discoteca, veniva individuato ed arrestato anche un pregiudicato marocchino di 18 anni, che poco prima, all’interno del locale si era reso responsabile di un furto e di un tentato furto di effetti personali in danno di alcuni clienti che li avevano lasciati incustoditi;
      • all’interno del locale veniva individuato e denunciato in stato di libertà, per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, anche un giovane pistoiese trovato in possesso di n. 7 compresse di ecstasy, nonché della somma in denaro contante di € 220,00, ritenuta il provento dell’illecita attività compiuta sino a quel momento;
  • il 14/08/2014, nel locale venivano arrestati due giovani di 20 e 23 anni. Il primo, all’interno della discoteca veniva notato avvicinare ripetutamente i giovani astanti e quindi, sottoposto a controllo, veniva trovato in possesso di g. 7.6 di marijuana suddivisa in n.6 dosi, nonché di g. 2.0 di MDMA, anch’esso frazionato in dosi, tutte pronte da smerciare nella discoteca. Il secondo, sempre all’interno del locale, veniva notato dai militari mentre si appartava con dei giovani frequentatori ed al controllo risultava possedere g. 4.9 di MDMA frazionati in dosi da destinare allo spaccio;
    • nella stessa nottata, veniva indagato in stato di libertà un venticinquenne modenese che, dopo essere stato sorpreso ad avvicinare ripetutamente i giovani frequentatori del locale, si scopriva possedere g. 1.5 di hashish, g. 1.6 di cocaina ed una pasticca di ecstasy, da destinare allo spaccio;
  • il 17/08/2014, sempre all’interno della medesima discoteca e sempre per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, venivano tratti in arresto un egiziano clandestino di 21 anni, tre italiani, di cui due ventenni e un ventiquattrenne, mentre un minorenne, anch’esso italiano, veniva denunciato in stato di libertà per lo stesso reato. Contestualmente, una ragazza veniva segnalata al Prefetto in qualità di tossicodipendente. Nello specifico:
    • lo straniero ed il minore, consegnavano spontaneamente un coltello a serramanico con lama da cm.7.5, g. 0.16 di marijuana, g. 0.55 di MDMA, g. 0.13 ed uno spinello già pronto di hashish e n.15 dosi di cocaina (quest’ultime detenute dal minorenne). La successiva perquisizione permetteva di rinvenire sulla persona dell’egiziano un ulteriore dose di cocaina da g. 0.30. Nell’occorso il minore confessava che le dosi di cocaina da lui detenute gli erano state consegnate dall’egiziano che, con tale espediente, aveva tentato di eludere eventuali controlli rivolti alla sua persona.
    • dei tre italiani, uno veniva trovato in possesso di n.24 dosi di MDMA per complessivi g. 6.0, n.14 dosi di cocaina per un totale di g. 6.70 e g. 1 di hashish; un altro, in compagnia di una coppia di amici, risultava detenere g. 16.25 di MDMA già frazionato in dosi da destinare allo spaccio. Il ragazzo e la ragazza in sua compagnia, a loro volta venivano trovati rispettivamente in possesso di una dose di MDMA confezionata in maniera identica a quelle rinvenute in possesso del suo amico e, quanto alla ragazza, di modiche quantità di hashish, ketamina e MDMA detenute per uso personale. Il ragazzo veniva quindi tratto in arresto per concorso nel reato con l’amico, mentre quest’ultima veniva segnalata al Prefetto quale consumatrice di stupefacenti;
  • il 24/08/2014, verso le h. 2.30, nei pressi dell’ingresso della discoteca veniva arrestato un giovane italiano, classe 1992, trovato in possesso di g. 0.5 di marijuana e g. 3.6 di MDMA suddivisi in n.14 dosi da destinare allo spaccio nel locale. Il medesimo era stato notato dai militari mentre avvicinava ripetutamente i giovani frequentatori in procinto di entrarvi;
    • nel corso della stessa nottata, veniva denunciato in stato di libertà uno studente diciottenne della provincia di Milano che, all’ingresso del medesimo localwe, veniva trovato in possesso di g. 18.9 di marijuana e g. 0.5 di hashish, che occultava negli indumenti intimi e che deteneva al fine di destinarli allo spaccio nella discoteca;
  • il 05/10/2014, nel parcheggio antistante la discoteca veniva arrestato un ventunenne pregiudicato, colto nell’atto di cedere ad un giovane frequentatore del locale una dose di cocaina da g. 0.4. Nel corso dell’immediata perquisizione rivoltagli, il medesimo veniva trovato in possesso, di ulteriori g. 1.4 della medesima sostanza, chiaramente detenuta ai fini di spaccio;
  • nella notte tra il 20 ed il 21/12/2014, all’interno della discoteca veniva arrestato un uomo italiano di 35 anni, resosi responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Costui veniva individuato dai carabinieri in atteggiamento sospetto nella sala “piramide” e nell’immediatezza trovato in possesso di n. 9 confezioni monodose, contenenti complessivamente g. 3.8 di una sostanza giallastra in cristalli, poi rivelatasi negativa al narcotest, che egli teneva in mano e che vendeva ai frequentatori come fosse sostanza stupefacente MDMA. Alla successiva perquisizione, sulla sua persona venivano rinvenuti occultati g. 6.4 di marijuana genuina frazionata in n.8 dosi da destinare allo spaccio, nonché una cospicua somma di denaro in banconote di vario taglio, provento dell’attività illecita compiuta sino a quel momento;
  • il 26/01/2015, nel parcheggio antistante la discoteca, venivano arrestati due ragazzi e due ragazze (delle quali una minorenne), tutti italiani, trovati in possesso di n. 30 dosi di MDMA e di n. 5 dosi di ketamina da destinare allo spaccio in favore dei giovani frequentatori del locale;
  • il 15/02/2015, in prossimità dell’ingresso della discoteca, i carabinieri controllavano una donna di 33 anni, pregiudicata, che veniva trovata in possesso di g. 16.1 di cocaina suddivisi in n.27 dosi e g. 24.10 di MDMA frazionati in n.103 dosi, pronte per essere smerciate ai giovani avventori del locale;
    • nella frangente, altri due giovani di 25 e 20 anni che si trovavano in sua compagnia venivano denunciati in stato di libertà in quanto sorpresi in possesso di g. 2.8 di MDMA e g. 1.1 di hashish il primo, nonché g. 2.3 di MDMA il secondo;
  • il 26/04/2015, all’interno del locale, venivano arrestati per il reato di detenzione ai fini di spaccio di varie sostanze stupefacenti, in concorso tra loro, quattro giovani italiani (tra i quali una ragazza ed un minorenne). L’atteggiamento sospetto di costoro veniva segnalato ai carabinieri dal personale addetto alla sicurezza della discoteca. Uno dei ragazzi ed il minorenne venivano immediatamente trovati in possesso di n.15 dosi di ketamina e g. 5,8 di MDMA frazionati in 25 dosi pronte per essere cedute ai giovani avventori, nonché di complessivi € 480,00 derivanti dalle cessioni sino a quel momento compiute. La successiva perquisizione domiciliare, compiuta nella stanza d’albergo ove tutti dimoravano, permetteva di rinvenire nella disponibilità della ragazza altre 25 dosi di MDMA, per un peso complessivo di g. 6.1, nonché ulteriori 58 dosi di MDMA, corrispondenti a g. 12.3, nella disponibilità del quarto ragazzo, oltre ad € 470,00 anch’essi ricavati dall’attività di spaccio;
    • nel corso della stessa serata:
      • all’interno della discoteca veniva arrestato un ventenne marocchino pregiudicato, resosi responsabile di una rapina aggravata in danno di un giovane frequentatore della medesima cui, sotto la minaccia della lama di un cutter e dopo averlo colpito in viso con un pugno, aveva richiesto la consegna del denaro in suo possesso;
      • veniva denunciato in stato di libertà un diciannovenne italiano pregiudicato, trovato in possesso di g. 8.6 di hashish detenuti ai fini di spaccio;
      • veniva denunciato in stato di libertà un ventiquattrenne tunisino, trovato in possesso di una banconota falsa da € 20,00;
  • l’01/05/2015 veniva arrestato un giovane italiano, classe 1995, trovato in possesso di g. 21.2 di sostanza stupefacente del tipo MDMA suddivisa in n.65 dosi e g. 0,8 di sostanza stupefacente del tipo marjiuana.
  • il 05/07/2015, i carabinieri procedevano al controllo di un ventenne romano che si trovava all’esterno della discoteca in atteggiamento ritenuto sospetto. Sottoposto ad immediata perquisizione, veniva trovato in possesso di sostanza stupefacente opportunamente confezionata per essere ceduta a terzi, oltre a n. 55 dosi preconfezionate di una sostanza in polvere di colore bianco, poi risultata negativa al narcotest, per un peso complessivo di g. 9.8 (evidentemente da lui spacciata in modo fraudolento come sostanza stupefacente). Esteso l’atto all’autovettura nella sua disponibilità, venivano rinvenuti g. 18.1 di MDMA suddiviso in n. 68 dosi preconfezionate; g. 3.5 di marijuana e g. 33.5 di hashish, anch’esse frazionate in quantitativi separati e pronti per lo spaccio ai giovani frequentatori del locale;
  • il 19/07/2015, all’interno della discoteca, veniva arrestato in flagranza di reato un giovane pregiudicato veronese, classe 1995, trovato in possesso di n.21 dosi di sostanza stupefacente del tipo MDMA per un peso complessivo di g. 10.0, da destinare allo spaccio in favore dei giovani avventori;
    • nella stessa serata, all’interno della discoteca, veniva denunciato in stato di libertà anche un uomo di 38 anni, che al medesimo fine deteneva g. 6.9 di marijuana, g. 6.9 di hashish e g. 0.6 di cocaina;

RITENUTO che i fatti sopra esposti dimostrino in maniera ineluttabile che il locale pubblico ad insegna “Cocoricò” sia divenuto nel tempo un punto di riferimento per persone pericolose, orbitanti nell’ambiente dello spaccio e del consumo smodato – ovvero dell’abuso – di sostanze stupefacenti e psicotrope, con gravi e ricorrenti ripercussioni, oltre che per l’ordine e la sicurezza pubblica, anche e soprattutto per la salute e per l’incolumità dei giovani frequentatori, circostanza di fatto sicuramente idonea a sorreggere un giudizio prognostico di pericolosità, con riguardo all’esercizio dell’attività nel detto locale e quindi all’apertura al pubblico del medesimo.

Si tratta, infatti, di accadimenti la cui pericolosità per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini è obiettiva in sé e di assoluta autoevidenza, e come tali essi integrano perfettamente gli estremi per l’applicazione tanto dell’art. 100, primo comma del TULPS quanto del secondo comma del medesimo articolo (revoca dell’autorizzazione, in presenza di fatti ripetuti, come è accaduto nel caso di specie).

Il locale è ormai percepito e incontestabilmente considerato negli ambienti e circuiti reali e virtuali del mondo giovanile, un simbolo degli eccessi, ovvero un luogo ove, secondo tale distorta percezione, è ammissibile abbandonarsi a forme estreme ed incontrollate di divertimento, spessissimo mediante l’assunzione di pericolosissimi miscugli di bevande alcoliche, sostanze eccitanti, e/o stupefacenti e/o allucinogene di ogni genere, che portano i giovani avventori a perdere il contatto con la realtà e a non percepire più i segnali d’allarme del proprio organismo, tant’è che in numerosissime occasioni si rende necessario il ricorso alle cure mediche.

Appare evidente che, alla luce degli avvenimenti sopra elencati, tanto le azioni intraprese dalle FF.OO. che le apprezzabili iniziative puntualmente avviate dai gestori della sala, anche conformandosi alle prescrizioni ricevute dalle Autorità (quali la realizzazione di un sistema di videosorveglianza atto a controllare i locali ed il parcheggio della discoteca con il potenziamento dell’illuminazione di quest’ultimo; l’aumento del numero degli addetti alla sicurezza; l’adozione di iniziative volte a sensibilizzare ed a scoraggiare l’abuso di sostanze, realizzata anche in collaborazione con la Polizia Stradale, ecc.), non hanno sortito né un effetto dissuasivo efficace né, a maggior ragione, un rimedio, in quanto la consumazione di gravi delitti è inesorabilmente continuata di pari passo con il radicamento nel locale di soggetti (persone pregiudicate o pericolose) dediti ad attività illecite, spessissimo giovanissimi e addirittura adolescenti, al pari delle vittime dei reati stessi.

RITENUTO pertanto che – al di là di ogni valutazione sul comportamento tenuto dal titolare – in relazione ad elementi obbiettivi e concreti desunti dalle circostanze sopra esposte, ricorre una situazione tale da configurare una fonte di pericolo concreto, persistente, grave ed attuale per la collettività, poiché l’esercizio pubblico in premessa è divenuto di fatto un ritrovo di persone pericolose per la sicurezza pubblica e pertanto costituisce un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini (con particolare riferimento agli altri frequentatori del pubblico esercizio ed a coloro che vi prestano attività lavorativa);

RAVVISATA l’esigenza di contrastare il consolidamento della situazione creatasi adottando, in via preventiva e cautelare, una misura a garanzia di interessi pubblici primari quali la sicurezza e l’ordine pubblico ed al tempo stesso atta a dissuadere la frequentazione malavitosa del pubblico esercizio in questione, privando i soggetti dediti ad attività delittuose, o comunque illecite, del luogo di loro abituale aggregazione e così avvertendo, tanto costoro quanto gli abituali frequentatori del locale, che il luogo stesso è oggetto di particolare attenzione da parte dell’Autorità di P.S.;

CONSIDERATO che sussiste altresì la necessità di contrastare tutti quegli aspetti devianti volti a modificare o addirittura a porre in pericolo la tutela dei dettami posti alla base della Carta Costituzionale, quali diritti fondamentali ed irrinunciabili dei cittadini, ripristinando, mediante l’adozione di un provvedimento urgente, a tutela di primari interessi quali l’ordine e la sicurezza pubblica, la moralità, il buon costume e la sicurezza dei cittadini, anche quelle percezioni, assunte dalla maggioranza dei cittadini in ordine a concetti etici e morali, oltre che nel caso del concetto stesso di sicurezza pubblica;

CONSIDERATA in particolare la necessità di fornire tutela ai soggetti minorenni nei confronti dei quali appare incontestabile la particolare attenzione che la normativa nazionale (e in primis la Costituzione della Repubblica Italiana) e internazionale (cfr. a titolo esemplificativo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948) rivolge loro, essendo i minori persone certamente più fragili e vulnerabili rispetto alle altre e, per tale motivo, soggette, ben più di altre, a sfruttamento ed abusi da parte di altri soggetti;

ESSENDO pertanto sussistente un inderogabile obbligo delle pubbliche Autorità di attivarsi al fine di evitare che il corretto sviluppo psico-fisico dei minori possa risultare pregiudicato da condotte e/o fatti criminosi commessi in luoghi dove è pur consentito il loro accesso;

RITENUTE sussistenti le particolari esigenze di celerità del procedimento di cui all’art.7 della L.241/90, che consentono di omettere la comunicazione d’avvio dello stesso, stante l’urgenzainderogabile di adottare un provvedimento a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, al fine di interrompere la situazione di pregiudizio e di prevenire possibili fonti di pericolo per gli interessi sopra prospettati (cfr. T.A.R. Veneto Sez. III, 23 marzo 2009, n. 742; Consiglio di Stato, Sez. VI, 7 febbraio 2007, n. 505; Tar Toscana, Sez. I, 16 maggio 2006, n. 2325);

CONSIDERATO, alla luce delle motivazioni poste a sostegno dell’odierno provvedimento, ampiamente ed esaustivamente citate nelle premesse, che la formale partecipazione al procedimento da parte del destinatario del provvedimento stesso, nulla potrebbe in concreto apportare per far sì di far mutare la decisione presa circa la sua adozione e/o circa la quantificazione della durata dello stesso (Cons. Stato, VI, 29 luglio 2008, n. 3786; Cons. Stato, Sez. V, Sent. 18/04/2012, n. 2257; Cons. Stato, Sez. IV , Sent. 17/09/2012, n. 4925; Cons. Stato, Sent. n.1060/2015; Cons. Stato Sez. VI, Sent. 27/04/2015, n.2127), per cui egli, col suo intervento, non avrebbe in alcun modo potuto influire né sul contenuto, né nell’an, né nel quantum del presente provvedimento;

LETTI gli artt. 1, 5 e 100 del Testo Unico delle Leggi di P.S. approvato con R.D. 18 giugno 1931, nr.773;

l’art.9 della L. 25 agosto1981, nr.287;

gli artt.7, 21 ter e 21 octies della L. 7 agosto 1990, n.241;

REPUTATO infine che la gravità e la recrudescenza dei fenomeni descritti – reiterati anche immediatamente dopo la passata adozione di provvedimenti interdittivi o prescrittivi dell’Autorità di P.S. -, unita all’altissima frequenza con cui viene accertata la commissione di gravi reati, non consentano di giungere ad una prognosi favorevole – quanto all’idoneità ed all’adeguatezza – nei confronti di un provvedimento di sospensione della licenza dell’esercizio in esame, per un periodo contenuto entro quello massimo previsto dal combinato disposto dell’art.100 del T.U.L.P.S. e dell’art.9/3° comma della L.287/91.

Gli episodi pregiudizievoli degli interessi collettivi tutelati, infatti, sono stati nel tempo ripetuti dai frequentatori del locale anche immediatamente dopo l’adozione di provvedimenti interdittivi o prescrittivi dell’Autorità di P.S. – quasi a sottolinearne l’inadeguatezza – e con una frequenza reiterata ciclicamente, non solo nel corso di un determinato intervallo temporale di mesi o settimane, ma anche durante singole serate.

Da ciò si deve necessariamente dedurre che il locale de quo rappresenta un concreto e gravissimo pericolo per l’ordine pubblico e per la sicurezza dei cittadini.

RITENUTE quindi sussistenti, proprio per i motivi suddetti e per la gravità dei fatti rappresentati in premessa, le “particolari esigenze di ordine e sicurezza pubblica” che consentono, in luogo del più gravoso ed afflittivo provvedimento di revoca previsto dal 2° comma dell’art.100 TULPS, l’adozione di un decreto di sospensione della licenza di durata eccedente i 15 giorni, al fine di scongiurare un concreto pericolo per la pubblica sicurezza, allo stato perseguibile unicamente con l’impedimento della frequentazione della sala per un congruo periodo;

DECRETA

le licenze per tenere pubblici spettacoli e intrattenimenti danzanti, nonché per somministrare al pubblico alimenti e bevande nel locale pubblico denominato “Cocoricò”, sito in Riccione – via Chieti, 44 – ed ogni autorizzazione e/o licenza di polizia amministrativa ad esse accessoria e/o complementare di cui è titolare il sig. XXXX, in preambolo identificato, è sospesa per giorni 120 (centoventi), a decorrere dal giorno successivo a quello della notifica del presente provvedimento;

DIFFIDA

fin d’ora il Sig. XXXXX ad adempiere al dispositivo del presente decreto, con la conseguente chiusura al pubblico del citato locale per il periodo di vigenza della comminata sospensione della licenza ed astenendosi dall’adottare iniziative volte ad eluderne ed a vanificarne gli effetti con l’avvertenza che l’eventuale inottemperanza al dispositivo ed alla presente intimazione, oltre a costituire illecito penale a mente del disposto dell’art.650 C.P. (sempre che non costituisca un più grave reato), comporterà l’esecuzione coattiva anche, occorrendo, con l’impiego della Forza Pubblica e costituirà elemento di certa valutazione ai fini della revoca della licenza;

DISPONE

che la/e licenza/e sospesa/e venga/no depositata/e, fino al termine della scadenza del provvedimento, presso la Questura di Rimini – Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e dell’Immigrazione.

DELEGA

la IV Sezione della Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e dell’Immigrazione della Questura di Rimini per la notifica e l’esecuzione del presente decreto, con facoltà di sub-delega.

Responsabile del procedimento amministrativo, è il Primo Dirigente della Polizia di Stato Dott. Achille ZECHINI, dirigente la Divisione di Polizia Amministrativa, Sociale e dell’Immigrazione della Questura di Rimini;

Si avverte l’interessato che avverso il presente decreto è ammesso proporre:

– ricorso gerarchico al sig. Prefetto della Provincia di Rimini, entro 30 gg. dalla data di notifica;

– ricorso giurisdizionale al T.A.R. dell’Emilia Romagna, entro 60 giorni dalla data di notifica.

Rimini lì, 01 agosto 2015

IL QUESTORE

(Improta)

Quei cantieri a Santarcangelo di Romagna – Inchiesta

L’inchiesta è stata originariamente pubblicata qui: Quei cantieri a Santarcangelo di Romagna

Parcheggio_santarcangelo di romagna_lottizzazione

 

* L’articolo che segue è frutto di una ricostruzione elaborata sulla scorta di varie fonti in nostro possesso e che successivamente, a febbraio scorso, abbiamo provveduto a depositare presso le autorità competenti a titolo di esposto. Prima di rendere pubblico quanto evidenziato, si è infatti ritenuto necessario, innanzitutto, portare all’attenzione delle Forze dell’Ordine fatti che avrebbero potuto, a buona ragione ,nascondere rilievi penali. L’attesa è stata dunque dettata dall’esigenza di non pregiudicare in primo luogo le indagini in corso, qualora fosse emersa un’ipotesi di responsabilità penale. Responsabilità che ad ogni modo prescinde dal “fatto storico” che qui cerchiamo di descrivere nella sua completezza e che mira principalmente a chiarire quanto accaduto circa la complessa vicenda di alcuni cantieri a Santarcangelo di Romagna

Che su quel cantiere le cose non andassero proprio bene, nel corso degli anni se ne erano accorte già diverse persone. Semplici cittadini, i futuri beneficiari dell’opera, i giornali locali, gli stessi addetti. Ritardi nei lavori (“eseguiti male”, ci è stato riferito), un continuo via vai di persone, promesse e termini non rispettati, “giri strani” (come sopra).

Stiamo parlando del cantiere relativo alla costruzione del nuovo parcheggio del palazzetto del basket di Santarcangelo di Romagna – ora Pala SGR – sito in via della Resistenza.

Una vicenda tormentata che parte da lontano, quando l’amministrazione clementina era ancora quella guidata dall’allora Sindaco Vannoni. E’ nel 2008, infatti, durante un consiglio comunale, che si discute il piano urbanistico attuativo di iniziativa privata nelle Via Di Vittorio – Via Scalone, presentato dalla ditta “F.lli Teodorani Bruno & Renato S.n.c.”. Già allora la lottizzazione prevedeva, oltre all’area residenziale di via Scalone, la realizzazione del parcheggio nell’area sportiva. Si vota e quel piano particolareggiato viene infine approvato[1]. L’anno successivo, il 30 novembre 2009, arriverà la convenzione tra il Comune di Santarcangelo e la ditta F.lli Teodorani, alla quale subentra immediatamente – quale lottizzante – la società Athena Immobiliare s.rl., con sede in Bologna, costituita nello stesso anno 2009.

Ma sull’Athena torneremo più avanti, perché a dover eseguire materialmente i lavori, nel frattempo, è la ditta riminese Ubaldi costruzioni s.r.l., con termine previsto dalla convenzione per il 30 novembre 2011, per quel che riguarda la sistemazione “a macadam” del parcheggio nell’area sportiva. Di progressi, però, non se ne vedono. Anzi, c’è chi – come le società sportive santarcangiolesi – con il passare del tempo si insospettisce. Il 2011, per inciso, è un anno di successi e promozioni per le prime squadre clementine di basket e calcio (doppia promozione) e solo per la messa a norma dei nuovi impianti sportivi è prevista una spesa complessiva di oltre 250.000 euro. Del parcheggio, tuttavia, nemmeno l’ombra.

lottizzazione_santarcangelo di romagna

(l’area della lottizzazione in Via Di Vittorio, come si trovava a dicembre 2014)

In effetti, passa qualche mese e l’Ubaldi viene dichiarata fallita dal Tribunale di Rimini, mandando a gambe all’aria la realizzazione del parcheggio e dell’area residenziale in via Scalone.

Constatato con amarezza l’inadempimento, il Comune di Santarcangelo richiede allora l’escussione parziale della fidejussionerilasciata da Vittoria Assicurazioni, per 380.000 euro (e a mettere in mora la stessa,[1]  a fronte di ulteriori ritardi nel pagamento). E’ a questo punto che si fa avanti la “Verni”, già socia della Ubaldi nella realizzazione dei lavori,  per prendersi carico delle opere da ultimare, anche a fronte di una modifica dell’assetto interno dell’azienda e di un “coinvolgimento di primari istituti di credito e assicurativi”.

C’è un’e-mail, di una settimana prima (cioè del 5 marzo 2012), in cui il commercialista Alberto Verni (con studio in via Calcavinazzi a Bologna, dove ha peraltro sede legale l’Athena Immobiliare stessa), spiega la situazione all’ex vice-sindaco della giunta Morri, Massimo Paganelli, rappresentandogli grosse opportunità per tutti (amministrazione, edilizia e cittadinanza) in merito alla soluzione del subentro nell’opera da realizzare, ma che tuttavia si sarebbe dovuto comprendere la situazione ed eventuali ritardi nell’ultimazione dei lavori[2]. Anche a causa di che si diceva poco sopra, cioè l’acquisizione delle quote da parte del socio di minoranza. Per inciso, l’ulteriore proroga (questa volta fino al 31 luglio 2012) veniva concessa con delibera di giunta del 14 marzo e la procedura di escussione della polizza, temporaneamente sospesa.

Sta di fatto che, nonostante l’impegno assunto dal lottizzante (ossia l’Athena), per diversi mesi non si procederà comunque. In quella fase la cronaca locale ha peraltro ampiamente documentato l’insofferenza da parte delle società sportive per gli ulteriori ritardi. Nemmeno a settembre l’ennesima proroga viene rispettata.

Si arriva dunque al 2013, l’anno del commissariamento del Comune, con il conseguente insediamento del Commissario straordinario (già Vice-prefetto vicario) Dott. Clemente di Nuzzo.

Prima di ciò, a febbraio, l’Athena Immobiliare aveva mutato pelle: come Presidente del Consiglio d’Amministrazionedella società bolognese veniva nominato Piergiorgio Verni, con atto dell’8 febbraio. Contemporaneamente, quale consigliere dell’impresa, vi era la nomina a favore del sig. Vincenzo Moio[3].

Piergiorgio Verni (padre del Verni commercialista), seppur domiciliato a Bologna, è di origine cattolichine. E in Riviera, durante la sua pluriennale attività edile, ha un rapporto di lunga data con Sergio Ubaldi (cioè lo stesso che aveva inizialmente in carico l’opera di Santarcangelo).

La coppia Verni-Ubaldi, però, a Cattolica non aveva lasciato il ricordo migliore di sé, stando a quanto emerge dalle cronache e dalle dichiarazioni degli amministratori locali. Il riferimento è alla monumentale opera (almeno così era stata presentata) del famigerato VGS – Centro Video-Gioco-Sport, a cura della creatura di Verni, l’Immobiliare Valconca s.r.l.: investimenti per 20 milioni di euro, un iter urbanistico iniziato nel 2003 e finito nel peggiore dei modi (cioè in un nulla di fatto).

Piergiorgio Verni e i lavori di Cattolica

(Dal Resto del Carlino di Rimini)

 

“Abbiamo ricevuto oltre 600 domande di lavoro – confermano gli imprenditori del complesso Piergiorgio Verni e Sergio Ubaldi – capiamo che il territorio ci sta lanciando messaggi molto chiari. Ma sicuramente quando apriremo (possibile autunno 2011 ndr) almeno 200 persone qui troveranno lavoro. Abbiamo grandi progetti. Quando il centro sarà aperto potranno trovare un impiego circa duecento persone. Realizzeremo un ristorante, una pizzeria, un lounge-bar, un punto vendita di pesce fritto, una gelateria ma anche spazi direzionali (banche e uffici) e naturalmente gestiti direttamente da noi ben 6 sale cinematografiche da oltre 1.300 posti, un centro fitness, un centro wellness ed il bowling. Punteremo non solo sul cinema ma anche sul turismo congressuale, abbiamo contatti importanti e vogliamo che questo centro lavori tutto l’anno».

La vicenda sbarcò perfino in Parlamento, a causa del rinvenimento di manufatti archeologici nella stessa zona. A chi, invece, sui giornali locali gli chiedeva conto del rischio “polveri sottili” sul VGS, Verni rispondeva: Se ragioniamo così, allora diciamo che la città deve chiudere. Non facciamo più nulla. Ma se io devo continuare l’economia, devo progredire, creare posti di lavoro, non posso fermarmi. Questa è una struttura che serve ad una città che cresce, è un uso corretto del territorio e non speculativo. E poi, perché prendersela con il VGS e non con le lottizzazioni dove si creano gli appartamenti? Quelle sono da fermare!”

Considerazioni di merito a parte, la partita del VGS si è chiusa nel 2013, quando l’Immobiliare Valconca srl viene dichiaratafallita dal Tribunale di Bologna, a causa di debiti per 34 milioni di euro. In Consiglio Comunale a Cattolica, invece, il dibattito è ancora aperto per gli strascichi, soprattutto economici, del fallimento dell’impresa di Verni e di ciò che è rimasto del (mai realizzato) mega-centro.

Tralasciando la figura di Verni (il quale non pare nemmeno interessarsi troppo alla vicenda santarcangiolese, delegando ad altri la “pratica”), concentriamoci nuovamente sull’Athena Immobiliare.

C’è un nome, soprattutto, che interessa. E’ quello del già citato  Moio Vincenzo, classe ’59, nato a Taurianova (RC) e residente a Camporosso (Imperia). Le informazioni, come detto, si ricavano scorrendo le cariche societarie dell’Athena. AMoio e a Ferruccio Fabbri, gli altri due membri del CDA, viene delegato – disgiuntamente tra loro – l’intera gestione del cantiere e i rapporti con le imprese di costruzione e di realizzazione delle opere di urbanizzazione, la gestione di tutti i rapporti con i tecnici, la gestione dei rapporti con il Comune di Santarcangelo di Romagna, la gestione dei rogiti[4].

Il consigliere Moio non è un anonimo imprenditore. Stiamo infatti parlando dello stesso Moio Vincenzo il quale, stando agli atti giudiziari e agli approfondimenti curati dalla Casa della Legalità, risulta essere strettamente collegato agli interessi e agli equilibri della ‘ndrangheta in Liguria e, ovviamente, in diretto contatto con i principali rappresentanti della stessa in quella regione. E non solo per quanto riguarda gli aspetti prettamente criminali delle cosche, ma soprattutto per quel che concerne la più perniciosa attività di condizionamento degli organi politici (che si realizzi o meno, poco importa). In altre parole,voto di scambio.

Già vice-sindaco (in quota Alleanza Nazionale) di Ventimiglia, il Comune della provincia di Imperia sciolto nel 2012 percondizionamento mafioso (assieme al pari di quello, vicino, di Bordighera), Moio in seguito viene escluso dalla giuntaScullino per divergenze con lo stesso primo cittadino.

Nell’Informativa del ROS di Genova che in seguito sfocerà nell’indagine “Maglio 3”, si legge come il padre di Moio Vincenzo,Giuseppe, sia stato condannato all’ergastolo poiché coinvolto in una sanguinosa “faida” di ‘ndrangheta tra i “POLIMENI” di Ortì, soprannominati “i guappi” e i “ NICOLO’ ” di Cerasi.

Il suo nome si ritrova per la prima volta nelle intercettazioni della nota maxi-indagine Il CRIMINE/INFINITO delle DDA di Reggio Calabria e Milano, all’interno della quale vi è una parte dedicata interamente alla situazione ligure e agli attori principali delle dinamiche ‘ndranghetiste in quella Riviera, in costante dialogo con la casa madre in Calabria: il “verduriere”Domenico “Mimmo” Gangemi (reggente del locale di Genova e autorizzato a dirimere le controversie in tutta la Liguria e nel Basso Piemonte, come riconosciuto dal Capo Crimine Domenico Oppedisano), condannato a 19 anni di carcere nel 2013,Domenico Belcastro dei Commisso di Siderno, il capo-locale di Ventimiglia Giuseppe Marcianò (condannato a 16 anni nel processo “La Svolta” per associazione a delinquere di stampo mafioso).

Nell’ordinanza di custodia cautelare di “Il Crimine” si legge: “BELCASTRO racconta al “Mastro” che, insieme a D’AGOSTINO Raffaele – col quale si sarebbe incontrato il giorno prima a Genova – starebbe dando appoggio ala figlia ventitreenne di tale MOIO: “…stiamo appoggiando ad uno, voi sapete chi è questo che lui veniva sempre a Siderno e vi conosce…quel MOIO ve lo ricordate voi?” Precisando perfino di che genere di sostegno si tratti: Che è un amico che si impegna…e adesso sta candidando la figlia e l’appoggiamo noi….

Il riferimento è alle elezioni regionali del 2010 in Liguria, nelle quali a candidarsi non è lo stesso Moio, ma la figlia ventitreenne di quest’ultimo, Fortunella (o Fortunata), per il quale il padre spende tempo ed energie in campagna elettorale. La “giovane” Moio era candidata nella coalizione di  Burlando  all’interno della lista dei Pensionati (promotore Giacomo Bertone, già legato alla famiglia ‘ndranghetista dei Mamone). Che si trattasse proprio della figlia di Moio lo si desume facilmente da alcune intercettazioni sempre riportate nell’OCC de “Il Crimine”, come questa conversazione avvenuta tra ilreggente del locale genovese Mimmo Gangemi e Vincenzo Marcianò (ad ottobre condannato anch’egli a 13 anni nell’ambito del processo “La Svolta”):

GANGEMI DOMENICO: eh…inc… femmina …inc…;
MARCIANO’ VINCENZO : di Enzo, di Enzo (inteso MOIO VINCENZO, NDT)
CONDIDORIO ARCANGELO: la figlia eh? (inteso : la figlia di MOIO Vincenzo che si
chiama MOIO FORTUNATA o FORTUNELLA, NDT)
MARCIANO’ VINCENZO : di Enzo… Enzo il …inc…
CONDIDORIO ARCANGELO: ah!
GANGEMI DOMENICO : …inc…
MARCIANO’ VINCENZO : la nipote di … la nipote di Peppe (inteso MOIO Giuseppe, ndt)
GANGEMI DOMENICO : il nonno (inteso MOIO Giuseppe, ndt) era
MARCIANO’ VINCENZO : il nonno (inteso MOIO Giuseppe, ndt) era
GANGEMI DOMENICO : sarebbe la figlia di Enzo …

Appurato che la candidatura riguardi proprio la figlia di Moio, si scopre però che, circa la spinta che la ragazza dovrebbe ricevere alle elezioni, è sorto un problema, in quanto il medesimo aiuto sul collegio genovese era già stato nel frattempo promesso a tale Praticò Aldo Luciano. Questa circostanza emerge in tutta la sua evidenza nel corso di una seconda telefonata intercettata tra l’anziano Giuseppe Marcianò (capo-locale di Ventimiglia), Domenico Gangemi (il reggente del locale genovese) e lo stesso Vincenzo Moio, che per quanto lunga si riporta interamente.

GD: GANGEMI Domenico
MG: MARCIANO’ Giuseppe
MV: MOIO Vincenzo
GD: pronto?
MG: si chi parla? Mimmo
GD: si Mimmo
MG: eh sono Peppino, dove sei a quest’ora? A letto sei ancora?
GD: no sono alzato. Peppino quale?
MG: un certo Peppino verso la frontiera
GD: a si ciao Peppino come stai?
MG: ciao ciao… dimmi un po’ ti ho svegliato per parlarti
GD: no no sono in negozio io
MG: a sei in negozio
GD: (inc)
MG: dimmi un po’ per parlarti per quella ragazza, perché qua è venuto in suocero di quello come si chiama… PRATICO’ è mi ha detto che non passa sicuro, ascolta quello… che fa la bella figura ma passare che non può passare
GD: PRATICO’ non può passare?
MG: no non può passare che ci vogliono quattromila… quattromila e cinquemila… quasi seimila voti
GD: e voti ce ne prendiamo
MG: ascolta questa ragazza con mille voti, visto che è un partito piccolo può passare, capisci con mille voti
GD: ma no questo qua, PRATICO’ guarda
MG: si
GD: è stato il primo non eletto la volta scorsa
MG: si si e così fa adesso, toglici cinquecento voti non l’ammazzate, hai capito te? Cosa voglio dirti?
GD: no non è che l’ammazziamo
MG: parla con Angelo, parla con Angelo
GD: io ho già parlato con Angelo, noi abbiamo preso un impegno ben preciso con questo ragazzo
MG: e si lo so me l’hai detto, ma ora che è venuto questo che è amico di questo coso e mi ha detto che è difficile che passa se non deve passare, prendere cinquecento più cinquecento meno e una cosa grave capisci, mentre questa ragazza
GD: no no ho setacciato Lavagna, questa volta li prende i voti questo ragazzo, sia.
MG: si si
GD: ho toccato anche qualche circolo d’associazione d’anziani
MG: si ho capito, comunque vedete cosa potete fare per questa ragazza. C’è suo padre qua… te lo passo
GD: e ma… pronto?

(MARCIANO’ Giuseppe passa il telefono a MOIO Vincenzo che prosegue la telefonata con GANGEMI Domenico)
MV: Buon giorno compare Mimmo
GD: Buon giorno comparello
MV: come stai? Tutto bene
GD: si, comunque un po’ di voti a vostra figlia si stanno raccogliendo pure non è… sono pure amici miei questi i FIUMANO’ cose…
MV: si sapete cosa volevo dirvi compare Mimmo, siccome è un risultato sicuro questo qua, il nostro, perché con ogni probabilità con poco, noi diciamo mille ma possono bastare anche…
GD: ma intanto perché non siete venuti prima (inc)
MV: ascoltate compare ascoltate… vi spiego subito compare io vi dico come stanno le cose, lo sapete che sono una persona corretta allora io…
GD: lo so come non lo so che siete… a me mi dispiace che voi non veniste prima da noi e quindi compare se eravate venuto voi non prendevamo impegni con nessuno
MV: ma non potevo sapere, compare Mimmo ascoltate
GD: era una cosa nostra compare…
MV: vi spiego subito, io a fine dicembre abbiamo avuto la certezza di questa candidatura, ho parlato con compare Michele qui su Ventimiglia, so che vi siete visti pure… e mi disse che sarebbe venuto lui, perché io volevo venire insieme con lui per trovarvi. Mi ha detto lui Compare Enzo
GD: e perché non siete venuti compare? Mannaia la miseria io non so
MV: aspettate… ma era… aspettate… mi disse Michele che sarebbe venuto lui… ve lo farò dire da lui, perché io fino a ieri sera
GD: Michele non è venuto compare
MV: ascoltate me l’ha detto ieri sera, mi disse che vi siete visti domenica pure… Michele me l’ha detto ieri sera, e mi ha detto che per il ventotto (28) vi vedrete nuovamente, mi seguite?
GD: si si si
MV: allora automaticamente io quando poi passai lì di passaggio, a livello personale mi vidi con Mimmo… mh? Così … e con Filippo, che io parlai con Filippo con il giovanotto
GD: si, si
MV: automaticamente gli dissi che volevo venire a trovarvi. Mi disse compare ENZO…
GD: e perché non siete venuti?
MV: aspettate, aspettate, vi spiego, mi disse: se avete parlato con noi è la stessa cosa, lo portiamo avanti noi. Comunque io vengo gli dissi io… la prossima volta di passaggio a Genova volevo che passavamo a trovarvi. Mi sono visto con compare Onofrio per altre cose che poi vi spiegherà pure compare Onofrio, quindi non c’è problema, al punto di vista personale, e quindi io in settimana, siccome io ho avuto un mare di fastidi e sono stato anche poco bene, e sono stato anche male male, in settimana io da martedì in poi sono lì a Genova, e io vengo a trovarvi se vi fa piacere
GD: e no, che ci mancherebbe oh compare, la vostra visita mi da un grande piacere, ci mancherebbe pure. Noi anche abbiamo parlato con Mimmo, mi disse vediamo un po’ per questa ragazza. Io gli dissi: e si ma mi dispiace che noi già abbiamo preso un impegno con questo ragazzo, capite voi?
MV: lo so lo so con chi avete preso l’impegno
GD: questo è stato il guaio compà
MV: e si compà volevo dirvi solo questa cosa
GD: con questo ragazzo si è preso l’impegno tramite interferenza di qualche amico pure “come noi”
MV: si… la cosa che vi volevo dire compare Mimmo che poi vi spiegherò, il risultato di Fortunella che serve a mia figlia è una cosa facilissima, perché con mille voti pure meno diventa consigliere regionale, mi seguite un attimo, mentre Aldo se non prende almeno da cinquemila ai seimila voto
GD: no quattromilacinque ne deve prendere
MV: no non gli bastano, sapete perché no gli bastano? Perché c’è Gadolla, c’è Plinio dalla parte di AN che sono davanti a lui come numeri, oltre a questo c’è Abbundo, c’è Rosio, c’è Macchiarello, questi qua passano tutti. Avete capito?
GD: noi compare per questo Aldo che è venuto anche un amico di Reggio un’occhiata gliel’abbiamo data (fonetico: una scaata la ressemo da intendersi verosimilmente: abbiamo controllato, dato un’occhiata, ndt) … Mimmo … noi parlammo con Mimmo…
MV: mh!
GD: dissi io così così… va buono ci dissi un poco pure alla ragazza ci dissi io, ci mancherebbe… ci dissi mi dispiace che non venne prima… allora le cose…
MV: ma non lo sapevo… non lo sapevo… lo sapemmo alla fine di dicembre, se no non poteva Mì… con tutto il cuore, mi capiste?
GD: si sis si
MV: eh, eh, io vi dico…
GD: … vediamo… qualche cosina faremo pure per vostra figlia compare…
MV: va bene, io poi, ma comunque in settimana vengo a trovarvi… d’accordo?
GD: va bene ciao
MV: ok? vi saluto… tante cose…
GD: ciao
MV: vi saluta Peppino, tante cose… arrivederci

Analogamente, della simultanea presenza di due persone da votare alle regionali e di “pacchetti di voti” si parla in un’intercettazione ambientale del 12 marzo 2010 sull’utenza di Saso Alessio (ovvero il candidato che avrebbe ricevuto aiuto sul collegio elettorale di Imperia). (riassunto) SASO Alessio riferiva a PRATICO’ che lui stava cercando di aiutarlo su Genova, contrastando il fatto che il vice-sindaco di Ventimiglia, MOIO Vincenzo, avesse candidato la figlia Fortunella alle elezioni regionali nella lista dei Pensionati – Alleanza Democratica. SASO continuava affermando che MOIO aveva “purtroppo” agganci forti nel mondo calabrese ed “un cognome di quelli che pesano in quel mondo” cercando quindi di spostare quell’elettorato Genovese a favore della figlia, definita dal punto di vista politico “insignificante”. Il consigliere imperiese invitava comunque PRATICO’ a non sottovalutare la candidatura della ragazza perché i suoi voti li avrebbe presi “per eredità” e non per suo merito. Dopo questa conversazione PRATICO’ A.L. Si reca da GANGEMI Domenico dopo essere stato contattato da quest’ultimo.

Il timore, seppur fondato, viene vanificato dal risultato delle elezioni, che – per stessa confessione dell’ex vice-sindaco di Ventimiglia – si rileveranno “un disastro”: la figlia di Moio non verrà eletta. Nonostante infatti la spasmodica campagna elettorale promossa dal padre attraverso gli uomini di ‘ndrangheta “dissidenti” del locale genovese e numerose cene pre-elettorali (ed anche un comandante dei Carabinieri di Vercelli), la figlia ottiene solamente 256 voti, insufficienti a farla eleggere nel suo collegio.

La circostanza non pregiudica tuttavia i rapporti né i possibili piani futuri tra l’ex vice-sindaco di Ventimiglia e gli ‘ndranghetisti liguri. Qualche settimana dopo le elezioni, nel negozio ortofrutticolo genovese di Domenico “Mimmo” Gangemi viene documentato un incontro tra questo e Rocco Lumbaca, il quale si reca dal primo al fine di ricucire i rapporti a seguito delle incomprensioni sorte in occasione della tornata elettorale. Riconosciuta al reggente del locale di Genova (cioè a Gangemi) l’autorità e la correttezza della decisione presa, i due passano a parlare di Domenico Belcastro e, quindi, diVincenzo Moio. (riassunto) “LUMBACA Rocco sostiene di aver parlato personalmente con MOIO Vincenzo e questi avrebbe realmente espresso apprezzamento per la lealtà e per il volere della parola data di GANGEMI Domenico. GANGEMI Domenico rimarca che se MOIO Vincenzo gli chiedesse un sostegno per le elezioni comunali di Genova, qualora non avesse altri impegni, lo sosterrebbe. MOIO Vincenzo avrebbe espresso l’intenzione di creare un partito politico (lista civica/circolo) come schieramento da presentare alle elezioni amministrative del Comune di Genova suggellando la pericolosità del sodalizio criminoso che può arrivare a creare una lista di candidati per accedere a Palazzo Tursi.”

Al di là della mancata affermazione della figlia in ambito politico, sullo sfondo rimane la pacifica evidenza del vasto panorama relazionale vantato da Moio, il quale nel tempo ha mantenuto stabili e costanti rapporti con numerosi affiliati della‘ndrangheta come D’Agostino Raffaele, Domenico Gangemi, Domenico Belcastro, Onofrio Garcea, Giuseppe Marcianò, Raffaele Battista e Antonino Fiumanò. Andando oltre, sempre il ROS nell’Informativa redatta e poi confluita nell’indagine“Maglio 3”, dipinge Moio come soggetto non solo vicino alle cosche, ma addirittura organico allo stesso sodalizio criminale, almeno dall’anno 2001 (anno in cui partecipò ad un summit di ‘ndrangheta presso il ristorante “Gli amici del Conte”, in Diano San Pietro, al quale parteciparono, oltre allo stesso Moio, 36 persone, di cui 27 identificati e riconosciuti qualiaffiliati di ‘ndrangheta, tra cui Caridi, Pronestì, Rampino, Barilarlo, Papalia, Ciricosta, i fratelli Trimboli, etc. Tutti cognomipesantissimi e noti nel panorama criminale).

Oltre a Maglio e a Il Crimine, il nome di Moio compare inoltre nell’Informativa dei Carabinieri di Imperia relativa alla proposta di scioglimento (poi avvenuto) del Comune di Ventimiglia per mafia e, più recentemente, nella sentenza di primo grado emessa dal Tribunale d’Imperia per l’epocale processo “La Svolta”, pronunciata ad ottobre scorso. Scrivono i giudici liguri, nelle motivazioni depositate a inizio 2015: “In seguito, dopo i 330 arresti dell’operazione Crimine nel luglio 2010 e la pubblicazione di notizie sui rapporti tra Moio e Gangemi, Marcianò Giuseppe esprimeva agli affiliati la forte preoccupazione che il gruppo di Ventimiglia fosse coinvolto nell’indagine, evidentemente partita dall’intercettazione in atto presso la lavanderia di Siderno di Commisso ove Moio si era recato a perorare la candidatura della figlia; anche Moio intendevaaccordarsi con Marcianò sull’interpretazione da dare – in caso di richiesta degli inquirenti – alla telefonata relativa all’interessamento per la figlia Fortunella”.

 

 

Sentenza_La Svolta_Liguria

(La lettura del dispositivo della sentenza La Svolta con le condanne per Gangemi e Marcianò)

Nell’Informativa del ROS su “La Svolta”, peraltro, si parla non già della candidatura della figlia, ma della precedente elezione dello stesso Moio nel comune di Ventimiglia, nella tornata elettorale del 2007. Informativa in cui ritroviamo per l’ennesima volta. Scrivono i militari[5]:

Il sostegno elettorale per MOIO Vincenzo Dal contenuto di una conversazione intercettata il 14/10/2010, è emerso con chiarezza che MOIO Vincenzo era stato sostenuto da MARCIANO’ Giuseppe e da MACRI’ Paolo per la sua elezione nelle comunali di Ventimiglia del 2007. I due interlocutori hanno peraltro espresso rammarico per l’uscita di MOIO dall’amministrazione comunale, ritenendolo un soggetto maggiormente avvicinabile “ma è più alla portata…”.

 

Conversazione nr.3717 del 14/10/2010 – RIT 1442/10 Interlocutori: MARCIANO’ GIUSEPPE E MACRI’ PAOLO
MARCIANO’ G.: l’altro giorno ci siamo visti col Sindaco, ho portato Prestileo fino… a una cosa, mi ha detto ” Non si può più Peppino, che se mi vedono che parlo con voi o all’altro con l’altro” questi nostri paesani sono diventati pazzi! non guardano quello che fanno, non guardano quello che non fanno, è la rovina capite!? E’ la rovina!

MACRI’: però, però Peppino pure lui ci ha …inc…
MARCIANO’ G.: mille volte, mille volte!

MACRI’: noi l’abbiamo portato
MARCIANO’ G.: ma si figuri! Mille volte!
MACRI’: …inc… lui non si ricorda, io..
MARCIANO’ G.: ma non mi vuoi capire Paolo…
MACRI’: si ho capito, ho capito
MARCIANO’ G.: lui e quelli non dovevano restare con MOIO, non doveva… dovevano chiamarsi, parlare tutti e due e mettersi d’accordo…
MACRI’: si
MARCIANO’ G.: quella è stata la rovina
MACRI’: la rovina…
MARCIANO’ G.: la rovina di tutta…
MACRI’: la rovina, la rovina, lui non doveva… MOIO non ci doveva… non doveva andare via…
MARCIANO’ G.: assolutamente!
MACRI’: perchè lui ha fatto il Sindaco pure per i settecento voti di MOIO eh!

MARCIANO’ G.: eh certo eh! altrimenti come faceva

MACRI’: e poi io ho fatto la campagna elettorale per loro, per loro…

MARCIANO’ G.: MOIO è più intelligente…

MACRI’: mille volte

MARCIANO’ G.: mille volte

MACRI’: …ma è più alla portata…

MARCIANO’ G.: ma si figuri! è una.. […]

MARCIANO’ G.: è quello che ci ha fatto male a lui, che vedeva che escono e tutti a MOIO volevano capisci il problema?

MACRI’: si si

MARCIANO’ G.: fino a che l’hanno messo a quelle condizioni…

MACRI’: e ma lui non doveva andare via lo stesso

MARCIANO’ G.: assolutamente!

MACRI’: perchè lui non ci doveva dare mano libera

MARCIANO’ G.: soddisfazione, certo!

MACRI’: perchè ora che gli ha dato mano libera fa quello che vuole!

MARCIANO’ G.: si si

MACRI’: invece tu co co con un pò li… eh, qualcosa…

MARCIANO’ G.: eh, sei lì

MACRI’: che poi se diamo… qualcosa diamo a voi, qualcosa ottenevamo con voi, ma se voi non c’è niente…

MARCIANO’ G.: eh allora! [….]

MACRI’ si lamenta del suo “compare Enzo” ( ndr MOIO Vincenzo) perché aveva fatto delle promesse che non è stato in grado di mantenere e che adesso non può più andare dalle persone a chiedere il voto per lui, perchè la gente ha visto che in quell’occasione hanno commesso una mancanza nei loro riguardi.

MACRI’ aggiunge che lui il voto a Enzo glielo darà comunque “dove sia sia”, però sarà dura “mettere in testa alla massa” che non è stata colpa sua.

A prescindere dagli sviluppi di ciascuna indagine e dal riconoscimento di un’eventuale responsabilità penale del Moio in sede giudiziaria, esiste quindi un fatto storico caratterizzato da rapporti tra costui e uomini (boss) di ‘ndrangheta, censiti e riscontrati in numerosi incontri, intercettazioni, veri e propri summit di ‘ndrangheta in terra ligure.

Fatta luce sulle relazioni intrattenute da Moio in Liguria, torniamo ora sull’altra Riviera, quella romagnola. Come già evidenziato, quale membro del consiglio d’amministrazione dell’Athena Immobiliare, il ruolo di Moio non è affatto passivo (a differenza, invece, di quello del Presidente Verni), bensì di primo piano: egli cura i rapporti con il Comune e con i tecnici, compie sopralluoghi, partecipa ai tavoli istituzionali (nel verbale di cui si dirà viene proprio indicato come “socio lottizzante che segue i lavori”).

Appare di tutta evidenza che non è questo il caso di un soggetto o di una società con un ruolo marginale o una minima partecipazione in termini di quote, ma l’esatto contrario. Inoltre, posando lo sguardo sull’elenco dei soci dell’Athena Immobiliare, così come risulta fino al 17 febbraio 2014, si nota qualche altro particolare interessante: una quota equivalente al 30% è riconducibile alla Effeerre s.r.l., società di Roma, il 20% appartiene alla Chieve Immobiliare s.r.l. (sempre di Bologna), il 20% allo stesso Piergiorgio Verni, mentre il restante 30% appartiene alla società Di Bartolo costruzioni s.r.l., con sede proprio nel Comune di Ventimiglia. Infatti  – secondo la relazione presentata a suo tempo dalla Onlus Casa della legalità al Prefetto di Imperia –  la Di Bartolo sarebbe riconducibile, di fatto, allo stesso Moio (titolare della ditta era già la moglie di Moio, Paola Di Bartolo. Sempre Moio e la figlia Fortunella hanno inoltre svolto mansioni all’interno della stessa Di Bartolo Costruzioni), il quale, dunque, avrebbe in passato ricoperto contemporaneamente il ruolo di controllato e controllore (in quanto amministratore pubblico). Con una banale ricerca su Internet è possibile trovare numerosi accenni, per esempio, alla vicenda degli abusi edilizi realizzati nell’ambito del complesso immobiliare “Vista Mare”, sito nel comune di Ventimiglia (dove Moio ricopriva la carica di vice-sindaco), costruzione affidata alla Di Bartolo.

Di_Bartolo_Costruzioni_santarcangelo

(Screenshot dell’insegna della Di Bartolo Costruzioni, dove sia la figlia di Moio che Moio stesso hanno lavorato)

In quanto persona fisica, in qualità di membro del consiglio d’amministrazione e per tramite della Di Bartolo costruzioni, come socio per quote del 30%, è quindi evidente che Moio ricopre un ruolo preminente nell’Athena e, di conseguenza, coltiva un vivo e concreto interesse sui lavori di Santarcangelo in via della Resistenza e in via Scalone.

Il commissariamento del Comune di Santarcangelo è avvenuto a giugno 2013, in epoca successiva quindi alla nomina di Moio nel CdA di Athena. Sia il dott. Di Nuzzo che l’intero staff del Commissario non possono dunque non essersi accorti di questa ingombrante presenza, in virtù soprattutto del travagliato percorso dei lavori tra lo Stadio e la futura area residenziale. Non può essere sfuggito a chi, come loro, possiede una lunga esperienza in questo settore e ha già avuto modo di confrontarsi su altri tentativi di infiltrazione criminale avvenuti proprio a Santarcangelo di Romagna. Se, dunque, è già stata vagliata e presa in considerazione la possibilità di recidere i rapporti con l’Athena, significa che non vi fossero – per esempio – i presupposti per l’applicazione di un’interdittiva antimafia.

Ciò non deve, tuttavia, trarre in inganno. Anche laddove mancassero i requisiti formali per l’emanazione di tale provvedimento, non significa automaticamente che quei rapporti opachi e quelle pesanti relazioni personali che riguardano Vincenzo Moio e i cantieri su Santarcangelo debbano essere rimossi. Al contrario, a giudizio di chi scrive è doveroso indicare quei fatti e capire con chi ci si relaziona, anziché nascondersi dietro la sterile giustificazione del casellario giudiziale intonso. Quei fatti, come sopra ampiamente documentati, seppure non confluiti in sentenze di condanna in sede penale, non possono essere accantonati con leggerezza o fingere che vicende avvenute in un’altra regione, lontano da Santarcangelo, non interessano qui ed ora.

Paolo Borsellino, d’altronde, spiegava il concetto in termini esemplari e ancora validissimi.

“L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati (Paolo Borsellino)”.

Stando alla documentazione, Moio si trovava proprio a Santarcangelo anche il 4 giugno 2014 (quindi pochi giorni dopo le elezioni comunali, ma la giunta guidata dal nuovo sindaco Alice Parma si insedierà solamente il giorno 16 dello stesso mese), in occasione della consegna provvisoria del nuovo parcheggio nell’area sportiva di via della Resistenza. Da allora i lavori sono proseguiti, soprattutto nell’originaria area residenziale in via Di Vittorio (dove peraltro, nel mentre, è intervenuta anche l’impresa Mattei di Verucchio), per la realizzazione delle opere previste dalla convenzione tra l’Athena e il Comune. Un’area, è bene sottolineare, piuttosto sensibile, in quanto proprio accanto a quel cantiere si è di recente aperto anche il cantiere relativo alla costruzione di 10 nuovi alloggi E.R.P.

Lottizzazione_di_vittorio_santarcangelo

In virtù della delicatezza della vicenda, i cui lavori si protraggono da ormai troppo tempo (e sono da considerarsi ormai conclusi), è tuttavia necessario fare piena chiarezza su ogni aspetto. L’indagine Aemilia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, che nei mesi scorsi ha portato all’arresto di oltre 100 persone accusate a vario titolo (anche di associazione a delinquere di stampo mafioso) tra Piacenza, Reggio Emilia e Modena, ha dimostrato come la sottovalutazione, l’eccessiva prudenza e la fallace credenza che determinati fenomeni siano lontani da questa realtà geografica, conducano al contrario alla silenziosa penetrazione delle organizzazioni criminali (specie nel settore edile) su un territorio erroneamente, per decenni, considerato “felice” e incontaminato.

Quale che sia la verità – e ribadiamo nuovamente, a prescindere dalla responsabilità penale (la cui dimostrazione non compete a noi, ma a magistratura e Forze dell’Ordine) – auspichiamo che la ricostruzione effettuata possa portare a fare totale chiarezza sull’intera vicenda, al fine di conoscere la reale natura dei rapporti passati, presenti e futuri con i soggetti citati. Ci troviamo nel campo delle opportunità: è opportuno avviare ed intrattenere dei rapporti economici con soggetti che quantomeno in passato hanno avuti inequivocabili relazioni con uomini di ‘ndrangheta? Consapevoli che i provvedimenti siano stati assunti dalle precedenti amministrazioni, per tale ragione confidiamo nella disponibilità dell’attuale Giunta comunale di Santarcangelo di Romagna a far luce su quanto indicato.

 

Patrick Wild

Davide Vittori

Filippo Urbinati

Francesco Gualdi

Andrea Maioli

 


[1]
                  Si veda resoconto stenografico della seduta del consiglio comunale di Santarcangelo di Romagna del 29 novembre 2008

[2]

                  Trattasi di alcune e-mail tra l’allora vice-sindaco Paganelli e il commercialista Alberto Verni, contenute nel faldone della pratica;

[3]
                  Visura camerale della società Athena;

[4]
                  Sempre dalla visura camerale dell’Athena

[5]
                  Informativa del ROS di Genova, procedimento “La Svolta”;

RivieraMafieTour Storify

Purtroppo la piattaforma WordPress non consente di postarlo integralmente (misteri del mondo digitale), tuttavia cliccando sul banner qui sotto potrete accedere allo Storify che ho realizzato sui due #RivieraMafieTour nei luoghi delle mafie nella riviera romagnola. L’idea, come specificato più volte, non è nostra, bensì dell’associazione DaSud, la quale ha inaugurato questo tour particolare tra le vie della Capitale. Per quanto mi riguarda, invece, ho ideato il percorso e le tappe di questa “versione” tutta romagnola, partendo dalla zona Nord di Rimini (anche se inizialmente avrebbe dovuto sconfinare a Cesenatico, dove è – era – sito un bene confiscato alla Banda della Magliana) fino a Rimini Sud, al confine con le Marche. Il primo tour, inserito nell’ambito del weekend promosso dal Gruppo Antimafia Pio La Torre, ha visto la partecipazione di due classi di liceo/istituti superiori della provincia di Rimini, oltre che di giornalisti locali, da Bologna e del Fatto Quotidiano.
Lo storify integrato al sito potrete comunque leggerlo sui siti del Gruppo Antimafia Pio La Torre e dell’Osservatorio provinciale.
RivieraMafieTour

Clicca sull’immagine per leggere lo storify